AlpTransit, il cantiere raccontato tra fotografie e teatro
Al foyer del teatro Sociale, lunedì 20 gennaio, verrà presentata la mostra fotografica “AlpTransit. Il futuro, il colore”. La sera in scena “Prossima fermata Bellinzona”
Lunedì 20 gennaio, il Teatro Sociale Bellinzona propone due interessanti appuntamenti, entrambi a etrata libera, che si rifanno con linguaggi e forme diverse a rapporto profondo e particolare della Città e dei suoi cittadini con la ferrovia. Alle 18.30 nel foyer del teatro sarà inaugurata la mostra personale di Nicola Demaldi intitolata “AlpTransit. Il futuro, il colore”. Attraverso una sintesi di scatti realizzati nell’autunno 2013 nei cantieri ticinesi di AlpTransit, il fotografo bellinzonese mostra in modo coinvolgente e stupefacente lo stato attuale dei lavori: fotografie di grande impatto emotivo che mostrano che la roccia, la terra e i minatori sono ormai spariti dalla scena per lasciar posto a imponenti strutture dalle forme pulite e decisamente stupefacenti per i non addetti ai lavori.
La mostra potrà essere visitata fino a domenica 23 febbraio 2014 in occasione degli appuntamenti del cartellone del Teatro Sociale (www.teatrosociale.ch) e durante alcune aperture straordinarie previste per i sabati 25 gennaio, 1. febbraio e 22 febbraio 2014 dalle 10.00 alle 13.00 alla presenza dell’autore. Alle 20.45 il palco del Teatro Sociale ospiterà la seconda tappa del percorso di avvicinamento al debutto previsto per gennaio 2015 dello spettacolo documentario “Prossima fermata Bellinzona”, scritto e diretto da Flavio Stroppini e Monica De Benedictis. Lo spettacolo, prodotto dal Teatro Sociale stesso, intende sondare l’importanza sociale della ferrovia per Bellinzona, nell’ottica anche dell’ormai imminente apertura al traffico della nuova galleria di base del San Gottardo. Dopo la prima tappa di presentazione dei lavori di allestimento dello spettacolo in cui durante lo scorso mese di luglio i due autori hanno reso accessibili al pubblico le loro ricerche d’archivio, in questo secondo step che si avvale delle voci di Antonio Ballerio, Anahì Traversi e Igor Horvat e accompagnate dal violoncello di Zeno Gabaglio, si ascolta, si vede, si scopre e si ricorda attraverso le testimonianze e le storie delle persone che attorno alla ferrovia hanno costruito la loro quotidianità.
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