Quarantacinque anni fa il primo album dei Led Zeppelin

Fin dall’immagine impressa sulla copertina, si capisce che questo è un album che esprime il fuoco e le fiamme del rock blues. Ritratto lo schianto del dirigibile Zeppelin Hindenburg, da cui Robert Plant, John Paul Jones, Jimmy Page e John Bonham, si ispirano per dare un nome al loro gruppo: i Led Zeppelin. Un inizio col botto per la band britannica, infatti già il 22 luglio 1969, ricevettero il disco d’oro, e rimasero nelle classifiche inglesi per ben 150 settimane.

Considerati tra i più grandi innovatori della musica rock, da loro reinterpretata attraverso influenze blues, sono anche gli inventori dell’hard rock. Suonarono insieme fino al 1980, anno in cui morì il batterista, John Bonham. Nonostante gli altri componenti abbiano continuato la loro carriera da solisti, periodicamente si ritrovano in grandi concerti; l’ultimo, nel 2007, all’Arena di Londra li ha inseriti nel Guinnes dei primati, con la motivazione “maggiore richiesta di biglietti per una singola esibizione dal vivo”.

Un’ampia discografia, quella dei Led Zeppelin: nove album dal 1969 al 1982, e dagli anni Novanta una serie di raccolte, che comprendono sia inediti sia pezzi editi e rivisitati. L’autorevole rivista Rolling Stone li ha inseriti nella classifica dei 100 musicisti più importanti di ogni tempo, dove occupano il quattordicesimo posto, definendoli: «Indiscutibilmente uno dei gruppi più duraturi della storia del rock e il gruppo più importante degli anni Settanta».

Una band dai mille eccessi e dalle tante critiche, tra cui le imputazioni per plagio e le accuse di satanismo, rivolte soprattutto alla famosissima “Stairway to heaven”, i cui versi, se ascoltati al contrario, conterrebbero degli inni demoniaci.