Renzi propone l’Italicum, ecco come funziona

Una inedita legge che prevederebbe il ballottaggio tra le prime due coalizioni nel caso in cui nessuno superasse la soglia del 35%. Il premio di maggioranza porterebbe il vincitore al 55% massimo

Il segretario del Pd Renzi ha informato la direzione nazionale sui risultati delle consultazioni con gli altri partiti per trovare un accordo di riforma del parlamento. Dopo la relazione di Renzi parte della minoranza del partito, Cuperlo su tutti, hanno criticato la proposta. La direzione del Partito Democratico ha approvato – con 111 favorevoli, 34 astenuti e nessun contrario – la relazione del segretario Matteo Renzi sull’accordo politico trovato sulla legge elettorale, la riforma del Titolo V della Costituzione e la riforma del Senato


Ecco cosa ha detto.

Senato
Entro il 15 febbraio il Pd chiude il pacchetto di proposte per l’abolizione del senato così come lo conosciamo oggi. Un disegno di legge costituzionale condiviso, che consente di arrivare alla discussione parlamentare entro il 25 maggio al senato stesso. Non si voterà più per l’elezione dei senatori, basta ping pong tra le due camere: “Una semplificazione vera perchè la semplicità è la prima forma reale di cambiamento”.

Titolo V
Eliminazione della materia concorrente. Ad esempio l’energia non potrà più essere in capo alle regioni. “Abbiamo sbagliato, ma la burocrazia centralista non è assolta”. I consiglieri regionali dovranno guadagnare come i sindaci, per eliminare il vulnus tra regioni e cittadini.

Grillo
“Mi ha chiamato showman. Beh, al collega showman, dico fino a quando continuerai ad abusare dell’intelligenza dei tuoi deputati? Grillosi è autorelegato nel blog. Fino a quando continuerai a perdere occasioni? La politica la cambiamo noi”.

Legge Elettorale
“Diciamo ciao ciao con la manina a quelli che volevano il ritorno della prima repubblica” è stata l’introduzione al tema di Renzi. Proponiamo l’italicum che vuole dire: no al potere di ricatto dei partitini, chiarezza su chi ha vinto, e maggioranza solida”. La proposta prevede l’assegnazione di un premio di maggioranza che porti il numero di deputati del vincitore tra il 53% al 55%. La soglia minima per vincere (chiesta dalla corte costituzionale) è ottenere almeno il 35% dei voti. Lo scarto tra voti presi e premio di maggioranza non deve dare più del 18% (ad esempio, da 35 a 53) rispetto ai voti che presi. Se non si arriva al 35% che succde? Qui c’è la vera innovazione all’italiana. Se si ripetesse il risultato delle ultime elezioni dove nessuno ha toccato il 35%, si andrebbe al ballottaggio. “In questo caso, abbiamo ottenuto che vi sia un doppio turno, un ballottaggio secco, tra due coalizioni, che senza possibilità di apparentamento, rigiochino la partita di fronte agli elettori, e chi vince quella sfida arriva al 53%”. A quel punto i restanti seggi vengono dati in maniera proporzionale alle restanti liste. “Sono tasselli che stanno tutti insieme, chi voglia modificare in parlamento un passaggio – avverte Renzi – sappia che deve toccare tutto”. La soglia per entrare in parlamento è del 5% per il partito che si coalizza, l’8% per chi non si coalizza, il 12% per la soglia per le coalizioni. Saranno così abbattute le liste civetta.

Preferenze. Abbiamo 120 circoscrizioni, con collegi plurinominali. In ogni collegio ci sono un numero di posti. Se sono quattro, ogni partito ne presenterà quattro e si potrà anche scrivere il nome. Nell’accordo però non si può mettere la preferenza, di certo Renzi garantisce che ci saranno le primarie del Pd che ci saranno uomini e donne.
Questo punto è oggetto di dibattito nel Pd.

Perché ha incontrato Berlusconi?
Renzi ha definito le critiche sull’aver incontrato Berlusconi stravaganti. E ha ricordato che la sua idea di partito è quella di Veltroni, a vocazione maggioritaria. “Facciamo le regole ora, con Berlusconi, per non doverci fare il governo insieme dopo”.
L’idea che si possa incontrare Forza Italia ma non Berlusconi è liquidata così: “E con chi avrei dovuto parlare? Con Dudù?. La legittimazione di un leader politico non gliela diamo noi, ma i cittadini. Pensare di rinunciare a certe riforme solo perché è d’accordo anche Berlusconi è indice di una subalternità culturale. Io non ho paura delle mie idee, anche se Berlusconi le condivide. Perché se riusciamo a fare le regole, è l’elemento che sblocca nell’incantesimo”.  

Il dissenso della minoranza guidata da Cuperlo e il tweet di oggi di Enrico Letta. Di seguito altri commenti

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Pubblicato il 20 Gennaio 2014
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