Montemurro e Milanese in difesa: “Qui per fare solo il bene del Varese”
Lungo incontro dei due dirigenti con la stampa. L'ad: "Mai stato un direttore finanziario, neppure con Rosati". Il ds: "Laurenza ci ha chiesto tre cose, salvezza compresa. E lavoriamo per centrarla al più presto"
In principio doveva essere solo un appuntamento per accogliere i quattro nuovi acquisti del Varese. La disarmante sconfitta di Modena e le successive contestazioni verso Gautieri, Montemurro e i soci napoletani del presidente Laurenza (che ha risposto con un messaggio nel quale difende il suo staff) hanno però fatto cambiare programma alla dirigenza biancorossa che ha indetto un incontro con la stampa lungo e articolato, per spiegare le proprie posizioni e per rispondere anche a domande scomode. Dietro al tavolo lo stesso amministratore delegato, Enzo Montemurro, e il direttore sportivo Mauro Milanese, a vario titolo coinvolti dalle critiche dei tifosi, soprattutto in quest’ultimo periodo (salvo il calciomercato dove il loro operato – almeno stando al sondaggio lanciato in diretta dal nostro giornale – è stato promosso dalla piazza).
LA VERSIONE DI ENZO – Chiamato in causa in prima persona da chi ha protestato con una scritta su un muro del “Franco Ossola”, Enzo Montemurro ha il volto tirato quando interviene, dando il via alla conferenza stampa. Ma le parole più importanti arrivano verso la fine, quando gli viene chiesto di chiarire il suo ruolo in seno al Varese con la gestione di Antonio Rosati, in particolare in relazione ai debiti lasciati dall’ex presidente. «Tutte le mie azioni sono concordate con il presidente: accadeva con Rosati prima, succede con Laurenza adesso. Il mio ruolo non è mai stato quello del direttore finanziario, anche perché questo aspetto era seguito da Antonio con due figure di sua fiducia che facevano parte delle sue aziende. Io davo, come faccio ora con Nicola, il via libera alle operazioni in base al budget messo a disposizione e che posso gestire. Inoltre, da un certo punto di vista, sono un amministratore delegato atipico, più orientato ad affiancare Milanese per quanto riguarda la parte sportiva: d’altra parte quando tre anni fa rimasi da solo fui io a contattare Mauro perché assumesse l’incarico di ds. E da allora i presidenti mi hanno chiesto in particolare di seguire questo versante della società. Il reperimento e la gestione delle finanze del Varese non sono state un mio compito».
Montemurro ammette che il club di via Manin è alle prese con alcuni debiti, ma su questo fronte puntualizza: «La preoccupazione dei debiti è comune per tutte le squadre della Serie B e credo che delle 22 iscritte al campionato quasi nessuna sia esente da questa situazione. Anzi, vi assicuro che ci sono squadre ben più appesantite dai debiti rispetto a noi, ma forse da altre parti si pensa di più all’aspetto sportivo, qui invece fa più comodo il gossip dal punto di vista finanziario. Fino a ora però non siamo mai stati penalizzati per questi motivi a differenza di piazze ben più ricche e importanti». E ancora, chiamato a “testimoniare” su debiti pregressi lasciati in eredità da Rosati a Laurenza, il dirigente del Varese spiega: «Al momento della cessione del club, la trattativa è stata tra loro due e credo che Nicola abbia visto la situazione che c’era. Certo però che l’addio di Rosati è stato repentino e quindi certe decisioni sono state prese in breve tempo».
Infine Montemurro si toglie un paio di sassolini dalle scarpe: «Siamo stati spesso accusati di non voler chiedere consigli a precedenti dirigenti di questa società, ma io vi assicuro che il presidente in persona ha provato a tessere una rete di contatti, trovando però dall’altra parte della cornetta un telefono che è sempre suonato a vuoto. E permettetemi di dire che forse, prima di tirare fuori certi giudizi, bisognerebbe ricordare che il mio arrivo è seguito a una salvezza all’ultima giornata con il Pizzighettone. Da allora il Varese ha centrato promozioni, giocato diversi playoff e anche lo scorso anno li ha persi all’ultima partita. Prendo le mie responsabilità per gli errori che ho fatto, ma non ci sto a farmi massacrare; tre anni fa qualcuno scrisse che all’addio di Sogliano il calcio a Varese era morto, ma in quella stessa stagione raggiungemmo il miglior risultato della storia moderna della società».
I NUMERI DI MAURO – Combattivo come quando doveva “arare” la fascia laterale del campo, anche Mauro Milanese si presenta all’appuntamento con la voglia di fare chiarezza, di replicare alle critiche ma anche di dare la sua opinione. E lo fa a 360 gradi, parlando di calciomercato, di prestiti, di plusvalenze ma anche di situazioni tattiche che lo coinvolgono da vicino. «In questo periodo sono stato

Milanese snocciola numeri, nomi e movimenti: «Sotto la mia gestione abbiamo fatto il record di punti con Maran (nella foto con i due dirigenti), 72, poi 60 lo scorso anno quando per esigenze di bilancio, e per far il bene del Varese, sono stati venduti Grillo e Nadarevic a gennaio. Abbiamo girato l’andata con 28 nella stagione in corso. Ne abbiamo preventivati 50 come quota salvezza e dopo la partita con il Novara eravamo sopra, poi sono arrivate queste due partite disgraziate per le quali i primi ad arrabbiarci siamo noi. Però il centrocampo è stato molto simile a quello messo in campo con Siena e Novara, solo che in queste due occasioni ha girato male».

COMPATTI E COERENTI – Quando dunque si chiede ai due dirigenti una ricetta per uscire dal pantano delle ultime prestazioni, la risposta è unanime. «Per noi non contano le polemiche ma solo i risultati. Forse per la prima volta da anni il Varese ha disputato due partite indecenti, quindi stringeremo un po’ le maglie sull’attenzione e andremo il ritiro» attacca Milanese. «Io invece vorrei un po’ di coerenza – prosegue Montemurro – perché ora certi che insultano Gautieri e ci chiedono di riprendere Sottili, sono gli stessi che ci urlavano di cacciare quest’ultimo qualche tempo fa». E i due sono compatti anche nel porre attenzione su quei tifosi sempre presenti: «A loro possiamo solo dire grazie, perché sono quelli che in casa non mancano mai e in tanti casi, a partire dalla curva, ci seguono anche in trasferta».
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