Torrente Vellone, ecco come sarà messo in sicurezza

Il corso d'acqua verrà riqualificato dal punto di vista idraulico-ambientale e turistico, nel tratto compreso tra Santa Maria del Monte ed Avigno

Il torrente Vellone sarà messo in sicurezza e riqualificato dal punto di vista  idraulico-ambientale e turistico, nel tratto compreso tra Santa Maria del Monte ed Avigno.
Ad illustrare il progetto definitivo, questa mattina,  l’assessore all’Ambiente Stefano Clerici, il segretario generale Filippo Ciminelli, il dirigente Giuseppe Longhi ed i tecnici-progettisti dell’Unità  Specialistica Difesa del Suolo, Polizia Idraulica e Geologia, Paolo Pozzi e Paolo Grossi.
«E’ il secondo lotto di una progetto più ampio – ha spiegato l’assessore – con un costo di 280 mila euro, finanziato da Regione Lombardia. Il Comune di Varese si occupa della parte del riassetto idraulico generale del Torrente Vellone. Continuiamo quindi nell’opera prestando la massima attenzione al rischio idrogeologico, con lavori puntuali anche sui torrenti: si tratta di lavori che magari i cittadini non vedono, fatti dietro le quinte, ma che possono essere apprezzati in occasione di forti piogge, perché si evitano o si limitano di molto gli eventuali disagi. Un altro obiettivo è la fruizione turistica del Vellone, con la possibilità per i visitatori di scoprire ambiti naturali stupendi e ora non accessibili in sicurezza. Ringrazio l’Unità specialistica e le ragazze di Dote Comune che hanno contribuito ai progetti Sara Millefanti, Federica Primiceri ed Elena Marconati».
«Vorrei sottolineare il grande lavoro dell’Unità specialistica – ha precisato il dirigente Longhi -: questi interventi nascono infatti da un ulteriore impegno per effettuare maggiori controlli del territorio durante i fenomeni di pioggia, per prevenire casi di dissesti».
Il primo lotto è pari a 720 mila euro, a  cura del Parco Regionale Campo dei Fiori, per la riqualificazione, dal punto di vista fruitivo e naturalistico, delle sorgenti del fiume Olona alla Rasa.

L’area
L’ambito di interesse progettuale ricade all’interno del SIC (sito di interesse comunitario) delle Grotte del Campo dei Fiori ed è caratterizzato dalla presenza della Fornace di Velate, delle Marmitte dei Giganti, della Stazione della Funicolare del Sacro Monte e, appunto, dal Torrente Vellone. I lavori potrebbero iniziare a fine estate.

Il primo tratto

Il primo tratto va dal ponte di via Adda al ponte di via Noseda: è prevista la pulizia dell’alveo e la riduzione del trasporto solido. Nel dettaglio, come hanno spiegato i tecnici, si procederà alla risagomatura dell’alveo con escavazione e allargamento delle sezioni, alla formazione di argini con palificazioni in legno e pietre, al taglio della vegetazione che cade nell’alveo e sugli argini, alla sostituzione degli argini in calcestruzzo erosi alla base o divelti con palificate doppie, ed infine all’adeguamento delle soglie di fondo con la formazione di tre nuove soglie in legno e pietre.

Il secondo tratto e la fruizione turistica
Il secondo tratto riguarda la zona della fornace e della funicolare. Gli interventi sono molteplici: sistemazione dell’argine del  Vellone tramite un muro in pietra,
formazione di un “guado” in pietra per l’attraversamento pedonale del torrente nell’area della Fornace di Velate, sistemazione del passaggio particolare prima della Fornace di Velate, pulizia della vegetazione della Fornace e sistemazione del sentiero che è molto pendente, sistemazione della frana e messa in sicurezza del sentiero superiore (compresa la staccionata), formazione di un punto di osservazione delle Marmitte dei Giganti e di una passerella sul ruscellamento con pulizia del sentiero,  formazione del secondo guado in pietrame per l’ attraversamento all’altezza del bivio per la funicolare, formazione di un punto di osservazione al Sacro Monte alla ex-cava di Velate nei pressi del sentiero n.9 S.Francesco, ed infine posa della cartellonistica e di una “bacheca a leggio”.
 
Roggia Poscalla: primo lotto
Altro intervento – per ora è stato approvato il progetto preliminare – è sulla roggia Poscalla. Il primo lotto ha un costo di 30 mila euro: si tratta di realizzare briglie e soglie di contenimento del detrito sulle tubazioni di via Monte Nero e di creare aree di  spagliamento in via Vetta d’Italia.
Il 26 dicembre  il tecnico comunale dell’ Unità Specialistica, il geologo Paolo Pozzi, ha avuto modo di verificare l’evoluzione del dissesto idraulico ed idrogeologico sviluppatosi lungo l’asta del fiume Olona durante l’evento piovoso avvenuto nel periodo natalizio, caratterizzato da una precipitazione di 220 mm in 48 ore. L’evento non si è sviluppato con picchi isolati di precipitazioni, ma è stato caratterizzato da  un’elevata intensità unita alla persistenza e alla durata nel tempo, tale da generare dissesti idrogeologici nel bacino dovuti alla saturazione dei terreni.
«Questo dissesto idrogeologico avvenuto nell’ambito della via Monte Nero – ha spiegato il geologo – deriva dal grande apporto di acque meteoriche dall’afferente bacino imbrifero e dalle insufficienze idrauliche delle opere realizzate durante i lavori di formazione della tangenziale di Varese. L’area è già stata indicata come a rischio allagamenti dallo studio del Reticolo Idrografico Minore approvato dalla Regione Lombardia nell’anno 2004. L’area è stata successivamente studiata durante l’analisi idrologico/idraulica del Fiume Olona, approvata dal Comune di Varese nell’anno 2012, individuando un intervento di sistemazione consistente nel rinalveamento del tratto finale del ramo di Arcisate “Roggia Poscalla" e con la sistemazione della rete di acque bianche della via Cà Bassa. Il costo è elevato, 150 mila euro. Per questo abbiamo deciso di procedere a step, con il primo lotto di interventi dal costo di 30 mila euro che potrebbero essere sufficienti».
La soluzione generale della problematica deve avvenire per gradi con la realizzazione di briglie e soglie di contenimento del detrito a monte della tubazione di Via Monte Nero,  riduzione della sezione del ponte (sottopasso di via Monte Nero) per ridurre la portata in arrivo a valle,  creazione di aree di piccolo spagliamento nell’ambito della Via Vetta d’Italia, sistemazione della condotta nell’area della rotatoria di Via Peschiera, infine, eventualmente (e solo come ultima ipotesi) realizzazione dell’intervento di rinalveamento della Roggia Poscalla.
Il lotto presentato interviene sulle tre prime fasi: una volta realizzate e sottoposte ad monitoraggio costante e continuo, con una buona manutenzione nel tempo, potrebbero evitare la realizzazione dell’intervento sulla roggia.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 21 Febbraio 2014
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