Laurenza: una buona banana può sconfiggere il razzismo allo stadio
Dopo il caso di Dani Alves, il presidente del Varese Calcio si presenta con un carico di banane del commercio equo e solidale alla conferenza stampa per illustrare il camp estivo riservato ai bambini. «Il Varese è come un albero secolare: le sue radici sono i campioni, i nostri giovani sono la linfa vitale»
Questa mattina il presidente del Varese Calcio, Nicola Laurenza, prima di arrivare allo stadio per la presentazione del Camp estivo riservato ai ragazzi, ha fatto un salto al supermercato è ha comprato delle banane del commercio equo e solidale. Una volta arrivato in sala stampa le ha distribuite ai presenti, giornalisti compresi, ricordando così a tutti il gesto del giocatore del Barcellona Dani Alves, il quale, vedendo piovere dagli spalti del Villareal una banana, lanciata in segno di razzismo, l’ha raccolta, sbucciata e mangiata prima di battere un corner.
«È meglio mangiare una banana che fumare una sigaretta – scherza il presidente –. È importante dare ai nostri ragazzi un modello educativo efficace contro il razzismo e in grado di riaffermare i valori dell’essere umano. Il Varese è come un albero secolare: le sue radici sono i campioni, i nostri giovani sono la linfa vitale».
Il Camp estivo per i bambini dai 6 ai 12 anni è diviso in due moduli: dal 16 al 20 giugno e dal 23 al 27 giugno, il costo è di 250 euro quota che comprende il kit di abbigliamento, borsa, assicurazione, merenda e pranzo. Per le iscrizioni, ogni martedì e giovedì dalle 15 alle 19, ci sarà una persona dello staff societario al Franco Ossola.
«Il ritrovo alle 8 e 30 del mattino – spiega Alessandro Andreini, direttore generale del settore giovanile e della scuola calcio – alle 9 si inizia a lavorare, alle 12 c’è la pausa pranzo, seguono alcune attività ludiche, dal subbuteo al ping pong passando per i vari laboratori didattici. Il nostro obbiettivo non è solo insegnare a giocare al calcio, ma stimolare i ragazzi. Se poi i campioni della prima squadra vorranno venirci a trovare, li accoglieremo a braccia aperte».
«Con l’arrivo di Andreini, abbiamo fatto un salto di qualità – ha spiegato Marco Caccianiga responsabile del Progetto Bimbo – . La nostra parola d’ordine, sia nei momenti belli che in quelli difficili, è entusiasmo e nel camp curiamo più aspetti: ludico, educativo e agonistico, tutti fondamentali per la crescita dei ragazzi».
Presente anche il nuovo direttore sportivo Lele Ambrosetti che gira in lungo e in largo i campi di calcio della Penisola per individuare i nuovi talenti. «Io seguo molto le giovanili – ha spiegato il dirigente- e mi reputo l’ombra di Andreini, nonché il suo braccio destro. Spero che mi coinvolga sempre in ciò che fa perché i giovani mi caricano molto».
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