Ipovisione: migliorare si può, con la giusta strategia
Cure mediche, chirurgiche, ausili e riabilitazione visiva: con un’azione combinata l’ipovedente, anche anziano, può recuperare molte capacità ed essere più autonomo. Ne parliamo con la dottoressa Maria Gabriella Paltrinieri del Centro Medico Oculistico di Varese
L’ipovisione è una situazione sempre più diffusa, soprattutto nella popolazione anziana, ed è causa di un disagio che può limitare fortemente l’autonomia del soggetto.
Per ipovedente si intende una persona che a causa di una patologia visiva è portatrice di un difetto non più correggibile con normali occhiali.
Ne parliamo con la dottoressa Maria Gabriella Paltrinieri, del Centro Medico Oculistico di Varese.
Quando una persona è considerata ipovedente?
Generalmente, si considera ipovedente un individuo con un’acuità visiva dell’occhio non superiore a 3/10 oppure che abbia una grave compromissione del campo visivo binoculare.
La principale causa di ipovisione nel mondo occidentale è oggi rappresentata dalla degenerazione maculare senile. Questa malattia correlata all’età può comparire generalmente dopo i 50 anni determinando un’alterazione della funzione maculare (la porzione centrale della retina) e di conseguenza un calo nella visione centrale.
Negli stadi avanzati, la persona che ne è colpita può perdere la capacità di leggere, scrivere o riconoscere il volto di chi gli sta intorno.
Si può intervenire per limitare questo disagio?
In molti casi si può intervenire con una strategia combinata che permette all’ipovedente di
recuperare capacità e autonomia. Fortunatamente, una volta stabilizzata la malattia da un punto di vista oculistico, è possibile pianificare una riabilitazione visiva, cioè un percorso riabilitativo che prevederà esercizi per allenare la persona ad utilizzare la parte di retina “sana” usufruendo di ausili ottici o elettronici che avranno lo scopo di ingrandire e rendere maggiormente fruibili le immagini.
Con la riabilitazione visiva si va ad aiutare la persona a vedere il più possibile, compatibilmente con il suo problema, e a volte è possibile intervenire anche su valori della vista molto inferiori a quelli citati.
Come funziona la riabilitazione visiva?
L’obiettivo della riabilitazione visiva, è quello del potenziamento del residuo visivo, residuo sul quale dopo una malattia oculare importante il paziente deve fare affidamento per riacquisire l’autonomia perduta. Si basa sulla capacità del nostro sistema visivo di “apprendere” un modo nuovo di vedere e rappresenta la fase successiva alla conclusione di un percorso terapeutico fatto di cure mediche o interventi chirurgici.
Attraverso occhiali particolari e un corretto allenamento, sarà possibile leggere nuovamente un quotidiano, guardare la televisione, cucire o muoversi all’aperto con maggiore sicurezza.
Le procedure riabilitative sono diverse e vanno scelte dall’ortottista in base al residuo visivo, alle esigenze ed aspettative della persone che, lo ricordiamo può essere anche molto anziana. L’età infatti non rappresenta un limite alla riabilitazione visiva.
Oggi, inoltre, grazie all’evoluzione tecnologica, è possibile predisporre dei percorsi riabilitativi che in parte possono essere svolti a casa, usufruendo di software specifici installati su tablet come l’Ipad che consentono di eseguire da soli una parte degli esercizi. Sarà poi il riabilitatore a controllare i progressi”.
E’ una pratica efficace?
I risultati possono essere davvero notevoli, perché il nostro corpo e il nostro cervello sono considerati “plastici”, ovvero in grado di apprendere e modificarsi.Ad esempio, dopo la riabilitazione visiva, la parte di retina periferica che originariamente veniva utilizzata per vedere gli oggetti posti nel campo visivo laterale può contribuire alla visione di dettagli e particolari che osserviamo centralmente e permettere quindi una vita più indipendente.
La riabilitazione visiva è però una procedura complessa che per essere svolta richiede esperienza, profonda conoscenza degli ausili e delle metodiche e la capacità di comprendere le potenzialità del soggetto da trattare e le sue aspettative.
La gestione di queste situazioni complesse, richiede quindi un approccio multidisciplinare. E’ importante che vi sia una stretta sinergia fra l’oculista che prescrive il trattamento riabilitativo, l’ortottista che si occupa della riabilitazione e l’ottico che fornisce l’ausilio individuato con un’applicazione personalizzata.
Centro Medico Oculistico – piazza Repubblica, 5 – Varese
tel. 0332/237941 e-mail: mgpaltrinieri@hotmail.it
www.paltrinierioculista.it
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