Cdo non chiede favori alla politica

La Compagnia delle Opere (Cdo) si è riunita a Villa Porro Pirelli per un incontro dal titolo "Continua il lavoro in un mondo che cambia"


«Non chiediamo favori alla politica ma regole che favoriscano la professionalità».
È questo il messaggio forte che arriva dalla Compagnia delle Opere (Cdo) che si è riunita
Villa Porro Pirelli (Induno Olona) per un incontro dal titolo "Continua il lavoro in un mondo che cambia" a cui hanno partecipato Bernhard Scholz, presidente nazionale Cdo, Donato Di Gilio, presidente Cdo Varese, Luca Griggio, amministratore delegato di GiPlanet spa, e il nuovo direttore Franco Macchi successore di Juri Franzosi al quale la platea ha tributato un caldo applauso di ringraziamento per quanto ha fatto in questi anni.
Scholz nel suo intervento ha fatto un richiamo preciso alla responsabilità personale.  «Noi come cdo – ha detto il presidente nazionale – non ci sostituiamo alla persona, ma la educhiamo alla libertà e quindi alla responsabilità all’interno di un sistema di amicizia. Non è una forma applicativa da portare in giro».
Sono passati 5 anni dall’inizio dalla crisi, ma il bilancio, secondo Scholz, non è solo negativo. «Nella crisi non si sono guadagnati soldi, ma umanità e imprenditorialità. Se sei accecato dai problemi non riesci a vedere la luce».
Quella stessa luce che ha visto Luca Griggio, ad di un’azienda specializzata nell’allestimento fiere, che nel bel mezzo della crisi ha deciso di affidarsi a Matching, fiera promossa dalla Cdo che propone migliaia di incontri specifici tra i singoli partecipanti. «Mi occupo di allestimento da 25 anni – ha spiegato l’imprenditore -. Nel 2008 all’inizio della crisi abbiamo raccolto le testimonianze dei nostri clienti, scoprendo che avevano analizzato meglio di noi il nostro modello».
L’ascolto per la GiPlanet si traduce in una vera e propria rivoluzione: Griggio e soci capiscono che non possono più fare gli allestitori, almeno non come prima. «Ascoltando i clienti, abbiamo capito che noi eravamo a valle della catena del valore e quindi  che alla lunga saremmo morti. E così abbiamo deciso di cambiare, dando una nuova vocazione ai nostri lavoratori, chiedendoci qual era il nostro cliente ideale e facendo matching. All’inizio era un casino ma la via di un mercato internazionale e digitale era quella giusta perché metteva in discussione il vecchio modello»

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 17 Giugno 2014
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