Tutte le osservazioni al progetto Ikea
Sono state depositate le osservazionidel comune di Legnano e quelle dell'area vasta che comprende tutte le amministrazioni dell'Altomilanese. Secondo i tecnici non sono state tenute in considerazione le ricadute sul territorio
Sedici osservazioni, sviluppate su 10 pagine, dal solo Comune di Legnano, altre 8 dai comuni dell’Area Vasta (Legnano, Canegrate, San Giorgio su Legnano, San Vittore Olona, Uboldo, Parabiago, Nerviano, Villa Cortese) per stroncare il progetto di Ikea e del centro commerciale annesso. Sono state presentate in questi giorni dall’amministrazione e depositate in Regione. Secondo i tecnici del comune capofila dell’Altomilanese, formulate insieme alle altre amministrazioni, lo studio per il progetto da 300 mila metri quadri presentato dai Comuni di Cerro Maggiore e Reascaldina è carente da diversi punti di vista: a partire da quello ambientale ma anche dal punto di vista viabilistico e paesaggistico. E’ proprio il comune di Legnano quello più preoccupato per questo insediamento, in quanto confinante con entrambi i comuni protagonisti. La rischiesta è quella di riscrivere completamente l’accordo di programma
Secondo l’amministrazione legnanese "il potenziamento della ex SS 527-via Saronnese, anche se immaginato solo nel tratto cerrese, avrebbe comunque un forte impatto sulle rimanenti tratte con ovvie ricadute sugli svincoli autostradali esistenti". Anche il completamento dell’uscita autostradale di Legnano "non viene valutata correttamente in termini di ricaduta su assi stradali già critici – come il sistema SP12-Toselli-Cadorna in territorio di Legnano – con flussi di auto anche indipendenti dalla attrattività del nuovo insediamento commerciale configurando a tutti gli effetti un’alternativa al tracciato della Pedemontana per gli spostamenti est-ovest di portata regionale".
Il nodo viabilistico, inoltre, si intreccia con quello ambientale e della qualità dell’aria: per i tecnici legnanesi, infatti, "non sono rappresentate nel documento di Vas, le informazioni utili a determinare e verificare l’entità dei rischi di interferenza dei nodi viabilistici, di sicurezza della circolazione, di congestione e di livello di servizio della rete". Sempre dal punto di vista ambientale Legnano critica il fatto che non venga valutato il valore intrinseco che un terreno non urbanizzato assume in una conurbazione densa come quella dell’AltoMilanese definendolo soggetto a degrado e di scarso valore paesaggistico: tra le osservazioni si legge che "non sono documentati effettivi e concreti fenomeni di degrado sociale o ambientale in essere sull’area cui l’intervento porrebbe soluzione;addirittura l’assenza, di approfondimenti focalizzati sulla realtà del territorio circostante l’ambito di intervento esterno ai confini comunali degli enti promotori i pubblicati si riferiscono in forma assoluta e limitata all’area ricompresa nell’ambito di intervento perimetrato non rapportandosi in modo significativo alle preesistenze paesaggistiche, infrastrutturali e urbane all’intorno".
"Le utilità pubbliche previste – ovvero le opere infrastrutturali – non possiedono nessuna valenza qualitativa e strategica ma si limitano a soddisfare in forma minimale il diretto fabbisogno urbanizzativo dell’intervento stesso programma.
Legnano critica, inoltre, "la mancanza di coerenza del progetto rispetto ai contenuti della delibera del Consiglio Regionale n. 215, del 2 ottobre 2006 e s.m.i., di approvazione del «Programma triennale per lo sviluppo del settore commerciale 2006-2008» dispone che l’apertura di grandi strutture di vendita (oltre i 15.000 mq) “è consentita esclusivamente nell’ambito di strumenti di programmazione negoziata che affrontino l’insediamento nell’ottica di una complessiva riqualificazione del contesto economico, insediativo ed urbano di riferimento". Nella Vas, inoltre, manca completamente "la redazione del cronoprogramma – documento fondamentale per la programmazione di un intervento complesso quale quello in oggetto e, come tale, allegato obbligatorio per norma – non consentendo di valutare la corretta sequenza temporale/funzionale degli interventi infrastrutturativi".
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