Zaino in spalla, il “Progetto Linea” è pronto a partire
Ultimi giorni di relax per i tre giovani (due varesotti e un milanese) che seguiranno il percorso del confine italiano senza aiuti esterni. Prima tappa in sei giorni da Muggia al fiume Natisone
Collaudi effettuati, attrezzatura pronta, ultimi allenamenti terminati. I tre protagonisti del "Progetto Linea" (il trekking lungo l’intera frontiera dell’Italia, da Est a Ovest) sono pronti a raggiungere Trieste da dove prenderà il via lunedì prossimo (4 agosto) la prima tappa del loro sogno, quella che congiunge Muggia con il fiume Natisone.
«La testa è già proiettata al cammino, il fisico è pronto e ormai anche tutte le operazioni che precedono la partenza sono fatte. Proprio in queste ore abbiamo completato l’equipaggiamento e terminato di stampare la cartografia: insomma, ci siamo» spiega Luca Magnani, uno dei due varesini impegnati nell’impresa. Con Luca, di Gemonio, c’è anche Matteo Fantoni di Ternate mentre il terzo componente del gruppo è Andrea Boccaletti di Segrate.
Nei giorni scorsi il terzetto ha completato la preparazione fisica con le ultime uscite: «Siamo rimasti in zona – spiega Magnani – affrontando i sentieri che conosciamo e che ci piacciono: dal Crocetta al Monte Nudo ai Pizzoni di Laveno al Sasso del Ferro. Percorsi che ci permettono di capire a che punto è la preparazione e di non affrontare passaggi sconosciuti. Preservarsi dagli infortuni, in questo momento, è cosa fondamentale e anche perciò in questi ultimi giorni non faremo altri allenamenti».
Il fatto che sul percorso del "Progetto Linea" non siano state fatte ricognizioni (per scelta) può causare imprevisti, limitati però dallo studio approfondito delle mappe. «Abbiamo scoperto proprio in questi giorni che un ponte nei pressi di Gorizia su cui saremmo dovuti passare il quarto giorno, non esiste più. Dovremo guadare il fiume, ma a questo punto è meglio saperlo adesso». Le sorprese però possono essere anche positive: «Durante la seconda tappa abbiamo il problema di reperire l’acqua per bere e fare da mangiare; abbiamo però trovato una mappatura delle grotte che si trovano in quella zona che dovrebbe consentirci l’approvvigionamento».
Un’altra incognita, visto questo luglio assolutamente imprevedibile, è quella del meteo: «Lo stiamo monitorando e per il momento sembra assisterci – prosegue Magnani – il tempo dovrebbe essere buono o, almeno, dignitoso. Qualche precipitazione è prevista nelle serate, ma i nostri programmi prevedono di montare il campo ogni giorno prima delle 20; chiaro che le previsioni a medio termine non danno certezze, ma per ora è così».
Per Luca, Matteo e Andrea dunque, è tempo per gli ultimi pasti "normali" anche se – sorride Magnani – le razioni liofilizzate fornite dallo sponsor Katadyn «sono piatti seri, niente male. Li abbiamo già assaggiati, usando anche il depuratore portatile con acque non proprio pulite. E il risultato non è certo da disprezzare». Ma oltre al sapore, le razioni da sopravvivenza dovranno garantire anche una bella dose di carburante: ci sono circa 150 chilometri da percorrere in condizioni tutt’altro che semplici. Le calorie sono fondamentali.
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