Varese, tra cessioni e rinnovi i risparmi sono di oltre un milione
Anche Rea e Cristiano prolungano il contratto con cifre minori. Mosse che unite agli introiti del mercato e allo sfoltimento della rosa permettono alla società di abbassare i costi. Ma resta il rischio di un altro "-2"
Il ds Lele Ambrosetti, pur non volendo entrare nei discorsi economici, lo aveva già anticipato martedì durante la conferenza stampa di commento al calciomercato: il Varese sta lavorando sodo all’abbassamento del monte ingaggi, sia attraverso la campagna cessioni sia operando sui contratti dei singoli atleti. Il caso scuola, manco a dirlo, era stato quello del capitano: Leo Neto Pereira aveva già scelto di allungare l’accordo che lo lega alla società biancorossa in cambio di un adeguamento a livello di cifre.
Oggi è stata la volta di un altro veterano, Angelo Rea, e di Andrea Cristiano: entrambi hanno dato il proprio ok per il prolungamento che – il comunicato della società non lo specifica – comporterà anche un abbassamento dello stipendio (la maggior durata temporale del contratto ovviamente compensa questo aspetto).
RISPARMIO MILIONARIO – I movimenti legati a Rea, Cristiano e appunto Neto, rientrano nel discorso più ampio della spending review imposta dal presidente Nicola Laurenza e necessaria per la sopravvivenza della società. Un’operazione ampia che comprende diversi aspetti a partire dalla quantità dei giocatori in organico: sono 25 quelli oggi a disposizione di Bettinelli, numero ribassato rispetto allo stesso momento dell’anno scorso quando si erano superate le trenta unità cui andavano aggiunti gli uomini in prestito, molti dei quali transitati per Masnago quest’estate prima di prendere altre strade.
Il risparmio di questa "partita", unito a quello che si calcola arrivi dai prolungamenti al ribasso con tutti i veterani in rosa (ai tre di cui vi abbiamo già parlato potrebbero unirsi gli altri due "senatori", Corti e Zecchin, ma non è detto che accordi simili siano stati proposti anche Blasi) dovrebbe portare a una cifra decisamente importante: secondo alcune stime il Varese potrebbe risparmiare tra gli 1,2 e gli 1,5 milioni di euro.
E GLI SPONSOR? – Ancora una volta le maglie biancorosse presentano sul petto, in bella vista, il marchio "Oro in Euro", ovvero l’azienda di Nicola Laurenza che da poco più di un anno è divenuto proprietario del club, oltre che sponsor. Una presenza importante a livello commerciale per il presidente, che dà visibilità al proprio circuito di negozi ma allo stesso tempo non ha introiti dall’esterno. I regolamenti consentono di riportare sulle maglie un secondo abbinamento, attualmente vacante: lo scorso anno lo spazio era occupato dalla R.Invest, azienda di proprietà della famiglia Rita attiva nel campo immobiliare. La ricerca è avviata, voci parlano di alcune trattative in corso (fors’anche con la stessa R.Invest) ma pare ci voglia ancora tempo per arrivare al dunque. Anche in questo caso, un abbinamento potrebbe portare risorse di primo piano per le casse sociali. Idem per la sponsorizzazione di singole iniziative non legate alla maglia ma organizzate sempre dal Varese.
IL RISCHIO – Mentre la squadra va verso la partita di Carpi, secondo turno di campionato che si giocherà domenica (ore 15), la società vede all’orizzonte, non senza timori, la data del 15 settembre prossimo quando dovranno essere saldati i contributi dell’ultimo bimestre della scorsa stagione. Se ci saranno ritardi, il Varese subirà due ulteriori punti di penalizzazione, rischio che inizia a farsi piuttosto concreto, anche se va detto che anche questa punizione è stata "calcolata" fin dal momento della rocambolesca iscrizione alla Serie B.
Intanto, anche a livello economico, si fa affidamento sul lavoro di Bettinelli e del suo staff: alcuni giovani in rampa di lancio come Forte o Fiamozzi sono stati trattenuti e in futuro potrebbero rivelarsi investimenti chiave (come accaduto con Lazaar, De Luca, Pisano…) mentre dall’ultimo mercato sono giunti uomini Petkovic che è arrivato con la stessa formula utilizzata per Pavoletti, il prestito con diritto di riscatto e controriscatto. Una mossa che, nel caso del bomber livornese, ha fruttato al Varese tra i 3 e i 400mila euro.
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