Allarme criminalità: appello a Berna per il ripristino delle dogane minori

Ritornano in campo i sostenitori della necessità di tornare ai controlli sui valichi tra Italia e Svizzera oggi incustoditi

Ripristino delle dogane incustodite o chiusura notturna. Parte un nuovo appello a Berna da parte dei territori di confine perchè si torni ad una qualche forma di sorveglianza delle frontiere minori.
L’ultimo a scrivere al Governo e alla Deputazione ticinese è Giorgio Pellanda, il sindaco di Centovalli, comune svizzero al confine con la provincia del Verbano Cusio Ossola, che ha chiesto in una lettera inviata alle autorità cantonali, nonché ai membri della deputazione ticinese a Berna, il ritorno ad un presidio dei piccoli valichi.

In seguito agli accordi di Schengen del 2003, sottolinea l’Esecutivo, la dogana di Camedo è stata smantellata, ossia non più custodita, diventando "una frontiera di libero accesso, una sorta di "Confine di Stato virtuale e fragile non più sufficiente a bloccare la crescente criminalità e la delinquenza importata dall’estero" che può essere controllata "unicamente mediante il passaggio obbligato che è la dogana tradizionale".

Un allarme che fa seguito ai recenti furti avvenuti nelle frazione di Lionza, terminati con la tragica morte di due giovani, e che, in concomitanza alla rapina a mano armata di Brusino Arsizio e Pedrinate, secondo l’Esecutivo di Centovalli, hanno contribuito a creare nella popolazione un "clima di incertezza verso chi ha il dovere di proteggere tutti i suoi cittadini, garantendo loro una qualità dignitosa e serena".
Un’analoga richiesta è stata avanzata anche dal sindaco di Re, dalla parte italiana del confine, e questa sensibilità al tema delle dogane si sta diffondendo anche alle zone del Mendrisiotto e di Lugano, dove si registrano iniziative simili da parte di gruppi ma anche privati cittadini, che lanciano a Berna un appello: la libera circolazione non deve per forza significare lo smantellamento dei controlli sistematici ai confini di Stato.

Gli esponenti della Lega dei Ticinesi, ad esempio, per il prossimo 8 novembre hanno annunciato l’intenzione di riunirsi a difesa del valico di Pedrinate, nel Mendrisiotto.
L’obiettivo è quello di sorvegliare i valichi di frontiera incustoditi durante la notte, sostiene il leghista Massimiliano Robbiani: "I valichi devono da subito essere nuovamente presidiati dalle guardie di confine di giorno e chiusi di notte – spiega Robbiani al Corriere del Ticino – Non vogliamo fare casino, desideriamo solo marcare presenza in segno di solidarietà per le persone che vivono quotidianamente momenti di paura a causa delle rapine sulla fascia di confine."

Da mesi i cittadini del Mendrisiotto chiedono alle autorità della Confederazione una maggiore sorveglianza dei valichi incustoditi: "Cercheremo di coinvolgere anche il gruppo di cittadini autore della raccolta di firme – prosegue Robbiani – Se al valico vedremo passare qualcuno che non ci piace, interverremo."

A Berna le istanze dei cittadini sembrano aver trovato ascolto: la Commissione istituzioni politiche ha approvato all’unanimità la mozione, avanzata da una consigliera nazionale ticinese, per la chiusura notturna dei valichi minori. Perché il provvedimento diventi operativo, però, è necessario anche l’accordo delle autorità italiane.
Da parte italiana l’unico segnale di attenzione a questo tema viene da Re, mentre nelle province di Varese e Como al momento non si registrano iniziative analoghe.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 27 Ottobre 2014
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