False fatture e subappalti inesistenti, una truffa da 46 milioni di euro
Coinvolte diverse imprese nel nord Italia: i soldi sono finiti anche all'estero, per investimenti immobiliari. La prima segnalazione è partita dalla Guardia di Finanza di Gallarate
Finti subappalti, in lavori pubblici e privati, affidati a società inesistenti, completamente in nero, che non pagavano un euro di tasse. Un affare da almeno 46 milioni di euro di fatturato, scoperto dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Gallarate, un giro milionario che ha interessato diverse imprese dislocate su tutto il territorio nazionale e che si è svelato con un effetto domino: scoperta una società, la Finanza arrivava a quella successiva e così via. Un giro d’affari enorme, con profitti consistenti: «Una parte del profitto illecitamente accumulato è finito anche all’estero, con investimenti anche immobiliari» spiega il capitano Tino Corona, comandante della Compagnia della Guardia di Finanza di Gallarate.
La complessa attività dei militari di Gallarate comandati dal capitano Tino Corona (nella foto a destra) ha avuto inizio a seguito di una verifica fiscale eseguita nei confronti di un’impresa operante nel settore edile, proprio a Gallarate. In particolare le fiamme gialle hanno accertato che l’impresa, dopo essersi aggiudicata vari appalti pubblici e privati, provvedeva a subappaltare “a cascata” le opere da compiere a diverse altre società, che però esistevano solo sulla carta. Di fatto i lavori venivano invece eseguiti da lavoratori “in nero”, a costi notevolmente inferiori. Le imprese affidatarie dei subappalti sono risultate appunto assolutamente fittizie, in quanto prive di dipendenti, di mezzi, e delle certificazioni necessarie per poter compiere i lavori ad esse affidati. Infatti, il loro unico scopo era quello di emettere “centinaia di fatture false”, al solo fine di consentire l’abbattimento del reddito da tassare in capo alle imprese destinatarie dei documenti “fittizi”.
Oltre a non avere mezzi, le società non esistevano neanche dal punto di vista fiscale: non presentavano alcuna dichiarazione fiscale né versavano alcuna imposta all’Erario, erano sostanzialmente evasori totali. Le indagini fiscali poste in essere nei confronti di una di queste società, hanno confermato il sistema di frode ipotizzato dalle Fiamme Gialle, innescando un vero e proprio effetto “domino”, che sta evidenziando i rapporti fittizi intercorsi con decine di imprese sparse in tutta Italia. La sola Compagnia di Gallarate ha accertato fatture per operazioni inesistenti per oltre 13 milioni di euro (soprattutto riconducibili ad una società di Settimo Milanese) e ha denunciato il rappresentante legale della società verificata, segnalando, per il prosieguo delle indagini, le imprese utilizzatrici delle fatture false ai vari reparti della Guardia di Finanza competenti per territorio.
Le segnalazioni inoltrate dai finanzieri gallaratesi, hanno già portato alla constatazione da parte di altri distaccamenti della Guardia di Finanza di fatture false per oltre 33 milioni di euro (tra Piemonte, Liguria e Toscana, tutti nell’ambito edile, spiega il capitano Corona), più di 3 milioni di euro ai fini dell’I.V.A. e con la denuncia all’autorità giudiziaria di 10 persone per le ipotesi di reati fiscali e tributari (fattura per operazioni inesistenti e emissione di false fatture). Non si esclude che la maxi-frode possa assumere dimensioni ben più consistenti, man mano che verranno completate le indagini in giro per l’Italia.
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