I “parcheggi fantasma” di Gallarate

I costruttori di grandi complessi edilizi dovevano cederli al Comune, ma in molti casi l'operazione si è arenata. L'amministrazione sta cercando di recuperarli, sono "centinaia di posti auto"

Centinaia di posti auto che dovevano essere pubblici, tra i palazzi e sottoterra, mai messi a disposizione dei cittadini gallaratesi: è una sorta di “tesoretto” dimenticato nel tempo, quello scoperto negli uffici comunali grazie anche ad una serie di segnalazioni. Ora l’assessore all’urbanistica Giovanni Pignataro ha tirato fuori da un cassetto numerose pratiche e sta cercando di riportare sotto il controllo del Comune i vari lotti di parcheggio. C’è per esempio un autosilo sotterraneo, su due piani, trenta posti auto accessibili da via Carlo Noè (più o meno di fronte alla sede Yamamay) e da un passaggio pedonale dalla retrotante via San Rocco: l’ha scovato e segnalato per primo il consigliere comunale della Lega Nord Matteo Ciampoli, mentre nel frattempo partiva il “censimento” dell’amministrazione comunale. «Questo è un caso significativo. Gallarate ha fatto costruire molto, ha permesso di recuperare zone dismesse, ma nessuno si è mai preoccupato per anni di reclamare ciò che alla città spettava in termini di parcheggi» commenta il consigliere comunale leghista.

Il censimento dell’amministrazione è iniziato già nel 2013 e sta cercando di ricostruire la “mappa” di tutti i parcheggi fantasma. I posti auto di cui si parla non sono (o non erano) un “regalo” al Comune e all’uso pubblico, ma fanno parte di quelle dotazioni pubbliche che i costruttori devono garantire alla città, per assicurare anche un’adeguata vivibilità delle nuove zone edificate. L’esempio più indicativo è proprio quello di via Carlo Noè, dove si concentrano molte attività economiche e dove c’è una cronica mancanza di parcheggi, spesso con veicoli parcheggiati su marciapiedi e ciclabili.

Oltre al caso citato dal leghista Ciampoli, un altro è approdato in consiglio comunale con una interrogazione di Donato Lozito (Ncd): si parla della zona tra corso Sempione, via Noè e via San Rocco, ampia area il cui piano di rinnovo (con la costruzione di vari edifici, tra cui il palazzo “matitone”) partì addirittura nel lonatno 1985, per concretizzarsi negli anni Novanta. «Era prevista la realizzazione di parcheggi da asservire ad uso pubblico, sia a raso che al 1° e 2° piano interrato, per complessivi 1927 metri quadri, pari a 141 posti auto» spiega l’assessore Giovanni Pignataro. Il regolamento d’uso – che risale al 2003 – prevedeva che fosse aperto dalle 7.30 del mattino alle 20 nei giorni feriali, ma di fatto i posti auto sono rimasti inaccessibili, complice il fallimento della società costruttrice. L’attuale amministratore di condominio ha chiuso il passaggio – si dice in una lettera inviata in Comune – «principalmente per evitare l’abitudine di molti automobilisti e motociclisti di passare attraverso il cortile e parcheggi dell’interrato». Il problema è che nel 2003 l’accordo non fu copiato nei registri immobiliari, rendendo difficile oggi definire le modalità d’uso. A distanza di 10 anni, nel 2013, la pratica è stata recuperata dalla amministrazione Guenzani e la proposta attuale del Comune al condominio è che questo ceda i 141 posti in superficie, che tornerebbero accessibili come posti auto aperti a tutti.

I casi di “parcheggi fantasma” non si limitano però solo alla zona di via Carlo Noè. Da verifiche negli uffici comunali sono emersi 40 interventi edilizi che prevedevano cessioni di parcheggi, solo in minima parte (4) regolamentati correttamente. «Per altri 26 sono già state inviate lettere di sollecito per definirne la regolamentazione» spiega Pignataro. Nella gran parte dei casi si parla di spazi a corona del centro storico, per esempio via Etna (zona via Marsala), via Venegoni o via Curioni (appena oltre il ponte della ferrovia verso Sciarè, nell’immagine a destra, con il cancello chiuso; foto segnalata da un lettore). Certo, in alcuni casi in mancanza delle trascrizioni il percorso per recuperare questi posti auto è accidentato, ma l’amministrazione intende arrivare fino in fondo. Del resto, si sta parlando di «alcune centinaia di posti auto» specifica ancora l’assessore Pignataro. Numeri che possono avere un peso, nel ridefinire la “mappa” della sosta in città: «Sono parcheggi in zone strategiche e con forte domanda» ragiona dalle file dell’opposizione Matteo Ciampoli, che nelle file della Lega Nord è stato per anni molto critico sulla gestione degli interventi edilizi e del rapporto tra cemento e bene pubblico. «Probabilmente se questi parcheggi fossero stati messi insieme avrebbero avuto una massa tale forse da evitarci la costruzione dell’autosilo Seprio Park», l’autosilo interrato di via Bonomi che costa decine di migliaia di euro ogni mese e che è soggetto ad allagamenti nel piano più profondo. «Può essere anche un contributo contro la sosta selvaggia che spesso viene segnalata, penso proprio a via Carlo Noè. Sono situzioni che speriamo possano essere risolte: agli uffici e all’assessore Pignataro va dato atto che stanno cercando di recuperarli alla città. Ma devono ottenere risultati, noi vigileremo».

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Pubblicato il 21 Novembre 2014
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