Più potente la rete a difesa delle donne maltrattate

Comune di Varese e Fondazione Felicita Morandi siglano una convenzione per garantire stabilità e continuità ai progetti a sostegno delle donne vittime di violenza e dei loro figli

Il 27% delle donne italiane ha subito violenze fisiche, sessuali e/o psicologiche. Questo è il dato riportato dalla ricerca dell’Agenzia dell’Unione Europea per i diritti fondamentali, presentata al Parlamento di Bruxelles l’8 marzo di quest’anno. Un dato in linea con la media europea, ma comunque indice dell’allarmante diffusione della violenza di genere nel nostro Paese.

Di fronte a questi numeri, ogni iniziativa da parte delle istituzioni è un segnale incoraggiante nella lotta contro abusi e maltrattamenti e per questo è così importante la convenzione stipulata tra Comune di Varese e Fondazione Felicita Morandi riguardo alla casa rifugio per donne maltrattate e minori, nell’ambito del progetto Minerva.

La Fondazione si occupa di proteggere e sostenere le donne vittime di violenza, offrendo loro un rifugio sicuro, assistenza psicologica e consulenze professionali (ad esempio legale) e, cosa insolita e positiva nel panorama delle associazioni di questo tipo, accogliendo anche i figli minori di 18 anni di queste donne. Ogni anno la fondazione aiuta mediamente 10-12 nuclei familiari e l’intesa con le istituzioni può rivelarsi un’importante base per migliorare e ampliare le attività di sostegno a favore delle donne maltrattate.

La casa rifugio della Fondazione, ristrutturata e arredata nei mesi scorsi, è attiva dal 1° ottobre, e ospita già due nuclei familiari.

La convenzione durerà tre anni, dal 2014 al 2016, e prevede da parte del Comune il finanziamento alla casa rifugio di 10 mila euro il primo anno e 20 mila euro per ciascuno dei due anni successivi, per un totale di 50 mila euro. Concretamente, il contributo del Comune consiste nell’offerta di 100 giornate di accoglienza gratuite per il 2014, 290 per il 2015 e 290 per il 2016, contando complessivamente donne e minori. 

«È un ulteriore passo nel lavoro che si sta facendo sul tema della violenza alle donne, in un’ epoca di  crisi come questa. – spiega Enrico Angelini, assessore a Famiglia e Persona – Da un anno è nata la rete sul territorio, con la supervisione del Prefetto che vede coinvolte le principali istituzioni e associazioni no profit. È stato definito un protocollo, sulla base del quale a livello regionale si sono ottenuti finanziamenti per un progetto concreto, il progetto Minerva. Ora la convenzione con l’associazione Felicita Morandi, per rendere stabile la struttura, e dare risposte  non improvvisate, all’emergenza. Il sistema Varese ha risposto con concretezza ed efficacia».

La dottoressa Giovanna Scienza, presidente della Fondazione Felicita Morandi, ha messo l’accento sull’importanza della stabilità e della continuità che la convenzione garantisce: «In passato abbiamo sempre lavorato nella precarietà: le istituzioni ci sono sempre state, ma per collaborare in modo efficace occorre stabilità, che finalmente oggi c’è per la prima volta. La convenzione è un esperimento, e se darà esiti positivi potrà diventare un modello per le altre realtà del territorio».

Grazie al progetto Minerva si può assicurare una prontissima accoglienza alle donne vittime di violenze domestiche, e, anche ai loro figli minorenni: nell’arco di tempo di 24 ore dalla segnalazione il nucleo familiare viene ospitato nella casa rifugio, dove può rimanere per un periodo che va dai 7 ai 30 giorni. Per il periodo successivo sono già pronti due appartamenti, che potranno essere usati per 3-6 mesi. Dopo l’accoglienza nella casa rifugio si attiva un intervento di osservazione finalizzato alla preparazione di un progetto educativo, cui seguono colloqui per il sostegno psicologico di donne e bambini, incontri d’equipe con gli operatori dei servizi coinvolti a seconda del caso, visite protette ai bambini in eventuali percorsi di affido effettuati da educatori ed assistenza legale.

La Fondazione Felicita Morandi sta pensando di organizzare dei corsi formativi per preparare volontari da affiancare al personale qualificato assunto. Come afferma Elena Sartorio della Fondazione Felicita Morandi: «Per avere a che fare con queste situazioni delicate occorre una rete di collaboratori preparati e consapevoli». 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 06 Novembre 2014
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