Tasse per i frontalieri: anche nel parlamento Svizzero si discute di aumenti

Dopo l'aumento dell'aliquota comunale, già deliberato, un'altra riflessione sulle tasse per i frontalieri non fa dormire gli italiani. Ecco di cosa si tratta

L’aumento dell’aliquota comunale delle tasse per i frontalieri, già deliberato a larga maggioranza dal gran consiglio del Canton Ticinese, è in realtà meno grave di quel che sembrava all’inizio, come svela la spiegazione di spiega tvsvizzera.it

In Svizzera sulla tassazione incide anche il comune di residenza e l’aliquota che lo stesso applica. I comuni più benestanti applicano un’aliquota inferiore a quella di riferimento.  Finora, non risiedendo il frontaliere in nessun comune, veniva applicata l’aliquota media, che è del 78%. ln futuro, invece, i frontalieri pagheranno tutti il 100% delle tasse comunali.

Questo non significa però un aumento del 22% delle tasse per tutti, perché riguarda solo uno dei tre pilastri su cui poggia il sistema fiscale svizzero che è suddiviso in imposte federali, cantonali, e comunali. Queste ultime incidono sul totale per circa il 40%. Per cui per i frontalieri l’aumento sarà attorno all’8% di quanto pagato complessivamente finora.

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Le maggiori tasse, tra l’altro, contribuiranno ad aumentare la quota di ristorni che arriveranno ai paesi di residenza dei lavoratori in Italia: se ben utilizzate dai comuni interessati, tornerebbero quindi parzialmente a vantaggio dei frontalieri residenti. 

Ma un’altra riflessione, questa volta cominciata a Berna, nella sede politica della Confederazione, potrebbe avere effetti più significativi sui lavoratori frontalieri, soprattutto tra quelli a maggior reddito: in Consiglio Nazionale, un ramo del Parlamento svizzero, ad ottobre è stato votato un postulato (Intervento che incarica il Consiglio federale di esaminare l’opportunità di proporre un disegno di atto legislativo o di prendere un provvedimento, nonché di presentare un rapporto in merito, che può essere emesso in una delle due Camere elvetiche, ndr), su iniziativa del deputato della Lega dei ticinesi Lorenzo Quadri, che chiede al Governo di tassare i lavoratori residenti in Italia secondo le aliquote in vigore da noi, notoriamente assai più elevate di quelle elvetiche.

(vedi l’immagine, di tvsvizzera.it)

Una ipotesi che, nel migliore dei casi, equipara i lavoratori frontalieri (cioè residenti nei comuni della fascia di confine entro i 20 chilometri) ai lavoratori italiani in Svizzera (che pagano le tasse in Italia, ma hanno diritto di dedurre 6700 euro) e nella peggiore delle ipotesi li equipara ai lavoratori italiani in Italia: con un significativo aumento dei tributi da loro dovuti, specialmente nella fascia medio alta della retribuzione. 

Una proposta che dovrebbe ridurre il dumping salariale in Svizzera, ma potrebbe avere come effetto solo quello di far scappare i forntalieri, che rappresentano comunque una risorsa per il canton Ticino. E in ogni caso, una questione che avrà bisogno di diversi mesi prima di essere discussa in consessi che potranno mettere in pratica la proposta concretamente. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 28 Novembre 2014
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