Pozzecco: “Serviva una diversa aggressività”
Il coach della Openjobmetis prova a spiegare i tanti sentimenti provati al PalaFantozzi contro la sua ex squadra. «Sono contento degli applausi ricevuti, ma dispiaciuto della sconfitta per la squadra, i tifosi e tutta la città di Varese»
Una serata agrodolce per Gianmarco Pozzecco, che torna da ex al PalaFantozzi di Capo d’Orlando accolto dai dolci applausi dei tifosi orlandini, ma torna a Varese con l’amaro di una sconfitta pesante da digerire. In sala stampa il coach biancorosso prova a spiegare tutti i sentimenti di una partita che per lui non poteva essere normale: «È tutto molto semplice e abbastanza facile da commentare: è successo che per Capo d’Orlando si è visto dall’inizio che non era una giornata normale. I ragazzi dell’Upea hanno capito che c’era un clima particolare e hanno giocato forse un po’ sopra le proprie possibilità. Noi ci siamo sorpresi e abbiamo preso due sberle; abbiamo capito troppo tardi che per vincere dovevamo mettere in campo un’aggressività diversa da quella iniziale. Alla fine ci abbiamo provato però era troppo tardi, anche se a quattro minuti dalla fine ci ho sperato, quanto meno a giocarcela».
Ovviamente l’ambiente ha spinto l’Upea a superare il grande ex di giornata. «Il clima di oggi – spiega coach Pozzecco – ha aiutato molto l’Orlandina; il palazzo pieno è stato un fattore determinante. Da parte nostra, noi non abbiamo capito il senso della gara. Giustifico la partita dei miei giocatori perché non era facile capire l’ambiente in cui si trovavano oggi. Non posso non parlare dell’accoglienza: ho sbagliato a dubitare di questa gente, non c’è stata una persona che non abbia applaudito questa sera e credo che il rapporto con Capo d’Orlando sia sempre bello; pensavo che qualcuno si potesse risentire e invece mi sento ben voluto e questo fa tutta la differenza del mondo. Non so se merito tutto questo affetto, una cosa però è sicura e la vivo con tanto orgoglio: credo di aver dato tutto per due posti nella mia carriera, uno è Capo d’Orlando e l’altro è Varese. In una giornata come questa per me vivo una contraddizione pazzesca perché amo tanto tutte e due le città e uscendo dal campo non potevo non salutare, ma il mio cuore si stringeva perché abbiamo perso. Salutarvi e vedere i tifosi venuti da Varese mi ha fatto stare male, ma sono convinto che alla fine il saluto fosse dovuto, a Varese capiranno. Faccio i complimenti a Basile e Soragna che sono grandi uomini e si meritano tutti gli applausi».
La Openjobmetis ora non avrà molto tempo per ricaricare le batterie. Il campionato continua senza sosta e al 4 gennaio il PalaWhirlpool aprirà nuovamente le porte per ospitare Pistoia. «Contiamo di recuperare a breve Kangur – spiega il Poz – e con lui, superando questo periodo natalizio torneremo a dare soddisfazione ai nostri sostenitori. In questo momento il mio unico grande pensiero va ai miei ragazzi, ai miei tifosi, a Varese che mi ama alla follia ed è un sentimento contraccambiato e spero di riuscire ad uscire da questo percorso con lo stesso rapporto che ho con i ragazzi di Capo d’Orlando. Spero di essere più determinante nella loro crescita».
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