500 firme in due giorni per salvare il Malpensa Express
Sono già tantissime le sottoscrizioni alla petizione per salvare la fermata in città e anche la Regione si mette in moto. A rischio decine di migliaia di euro di introiti per il servizio ferroviario
La preoccupazione per la soppressione del Malpensa Express sta travolgendo anche i palazzi della politica. Ieri, martedì 20 gennaio, la consigliera regionale Paola Macchi (M5S) ha invitato in Regione una rappresentanza del comitato pendolari per un summit con Alessandro Sorte, assessore Regionale alle infrastrutture e mobilità, Massimo Dell’Acqua, dirigente della Struttura Servizio Ferroviario Regionale e i consiglieri Marsico (FI) e Alfieri (PD).
Un incontro durante il quale i pendolari hanno presentato le loro richieste riguardanti il mantenimento della fermata bustocca per il collegamento aeroportuale dal momento che "i vantaggi della soluzione proposta saranno tutti da dimostrare in futuro -si legge in un comunicato diffuso dal comitato- mentre la situazione di fatto vede un forte impoverimento del servizio offerto". Nonostante l’aumento previsto per il numero complessivo di convogli nell’arco della giornata i pendolari sono preoccupati del fatto che "il 70% del traffico passeggerei si concentra nelle due fasce orarie a maggior utilizzo" e proprio in questi orari il servizio non subisce un miglioramento dal momento che "vengono tolti tra il 20% e il 30% dei convogli che, ad esempio, tra le 6:00 e le 9:00 passano dagli attuali 15 a 10 con tempi di percorrenza maggiori rispetto agli attuali".
I
n discussione non solo l’importanza di un collegamento rapido con la stazione Cadorna di Milano o gli investimenti della città in vista di Expo ma anche una questione meramente economica. Chi utilizza il servizio ricorda come venga pagato "un titolo viaggio di prima classe con un costo del 30%/ 40% più alto dei biglietti normali, contribuendo in modo rilevante a sostenere i costi di questo servizio". Una questione sulla quale i pendolari stanno facendo fronte comune, raccogliendo moltissime firme. Nel giro di due giorni, infatti, sarebbero intorno al mezzo migliaio le sottoscrizioni alla petizione lanciata dal comitato. Un numero destinato a salire.
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