Patteggiano i due imprenditori della Gisowatt
I fratelli Sozzi sono accusati di ricettazione, corruzione e bancarotta fraudolenta nell'ambito della vasta indagine sulle estorsioni nella zona del Saronnese. Se la caveranno con 3 anni e 4 mesi Emanuele e 2 anni e 6 mesi Gianfranco
Hanno chiesto di patteggiare, Emanuele e Gianfranco Sozzi, i due imprenditori proprietari della Gisowatt di Gorla Minore finiti nella maxi-inchiesta della Procura di Busto Arsizio su estorsioni, droga, rapine, ricettazione, corruzione nell’area a cavallo tra le province di Varese e Como che ha coinvolto decine di personaggi del sottobosco criminale legato alla ‘ndrangheta e non solo. Emanuele Sozzi, reo confesso per tutti i reati contestatigli dal pubblico ministero Pasquale Addesso, che vanno dalla ricettazione alla corruzione di pubblici ufficiali e bancarotta fraudolenta la pena patteggiata è di 3 anni 4 mesi, per il fratello Gianfranco la pena pattuita è di 2 anni 6 mesi. I due erano finiti in mano ad una banda di estorsori legati alla cosca Tripepi-De Marte prima come vittime e poi come complici in alcuni loro affari illeciti. I due, nel giro di poco tempo, hanno svuotato le casse dell’azienda di famiglia fino a farla fallire.
Il patteggiamento è stato richiesto anche da Adriano Pinna, uno degli agenti di polizia accusato di corruzione, Antonio Borghi e Giorgio Clerici, accusato di far parte del gruppo dedito alle estorsioni. Hanno chiesto il rito abbreviato Giuseppe La Regina e Roberto Tripepi (in subordine all’interrogatorio di Emanuele Sozzi) mentre per Angelo Paoliello (ancora latitante) l’avvocato Cramis si è riservato di chiedere l’abbreviato nella prossima udienza.
Tutti gli altri, a partire da Francesco De Marte che a breve affronterà già un processo simile, andranno a dibattimento e affronteranno il processo. Nella prossima udienza il giudice Nicoletta Guerrero deciderà sull’ammissione agli abbreviati proposti. In quell’occasione prima verranno trattati i rinvii a giudizio, poi gli abbreviati e infine i patteggiamenti.
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