Posti letto temporanei per aiutare il pronto soccorso
Ennesima giornata difficile per il PS con 30 pazienti in attesa di ricovero. L'Asl si mobilità e vara un piano per aprire cinque letti in strutture private. I problemi, però, sono legati al sotto dimensionamento del Circolo
Ancora pazienti, ancora barelle. Sembra non finire l’emergenza del pronto soccorso varesino. Anche oggi, martedì 27 gennaio, la situazione vedeva circa 30 persone in attesa di un ricovero. Niente a che vedere con i numeri di un paio di settimane fa, ma il continuo flusso di accessi non gioca a favore di una normalizzazione delle cose.
Sabato 180 pazienti, domenica altri 180, ieri 200. E, tra questi, numerosi malati da ricoverare, soprattutto anziani colpiti dall’influenza che aggrava le proprie precarie condizioni.
L’azienda ospedaliera ha attivato il piano di emergenza bloccando l’attività di ricovero programmato per alcuni pazienti in lista d’attesa per la cardiologia. Le ambulanze del 118 sono state invitate a dirottare in altri presidi i pazienti meno gravi, quelli che non hanno bisogno delle alte specialità. Il problema, però, è che le soluzioni individuate non riescono a risolvere una situazione complessa che va aggravandosi di giorno in giorno.
L’azienda sanitaria, incaricata di individuare iniziative territoriali a sostegno dell’ospedale, ha varato un piano per la gestione “flessibile” di posti letto extra: « Il problema, al Nord della provincia, è che esiste un solo presidio ospedaliero con un pronto soccorso completo con le alte specialità – spiega il direttore sanitario dell’Asl Stefano Taborelli – La saturazione dei posti letto, inoltre, è del 97,2% il che vuol dire che ad ogni situazione anomala si creano problemi di ricezione che vanno poi a gravare sul pronto soccorso. Quindi, abbiamo predisposto un piano per aprire 5 letti temporanei in una struttura privata dove è l’organizzazione è in genere più flessibile. Questi letti rimangono aperti fino al superamento della crisi». La risposta in più, dunque, arriva dall’aumento dei letti “subacuti” , posti che accolgono malati non più acuti e non ancora pronti per tornare a casa. Esistono già sul territorio ma hanno una saturazione del 74,5% anche a causa del basso appeal di Cuasso che non riesce a riempire i letti. La proposta, di cui si parla, è quella di spostare quei posti a Cittiglio per aumentarne l’utilizzo.
Oltre all’apertura straordinaria di letti, aumentano le ore dell’ambulatorio ad accesso libero della guardia medica in via Dunant a Varese: il sabato e la domenica gli orari di visite si allungheranno per un totale di 5 ore. Infine, l’ospedale di Varese avrà la possibilità di dimettere i propri pazienti attivando contestualmente il servizio di assistenza domiciliare (ADI) di concerto con l’Asl: « In questo momento – conclude il direttore Taborelli – problemi si registrano anche negli ospedali di Gallarate e Busto ma i disagi sono più contenuti proprio per l’offerta sanitaria più ricca del Sud della provincia: la saturazione dell’ospedale di Busto è del 92% mentre a Gallarate è dell’83,4%. A Nord, oltre all’azienda ospedaliera, si può contare sulle Terrazze a Cunardo, che ha una saturazione del 105%, o sulla Fondazione Borghi di Brebbia la cui occupazione è del 95,2% . Insomma, in queste zone il rapporto è di 2,5 posti letto per mille abitanti, nettamente inferiore ai 3,3 rispetto alle aree a Sud».
Il territorio, quindi, si sta muovendo, ma è certo che occorrerà anche risolvere il problema della mancanza di posti letto all’ospedale varesino.
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