“Cristina era un mito”
Il ricordo del giornalista Roberto Pacchetti per Cristina Tischer, la pediatra saronnese scomparsa in seguito a un malore mentre era nel suo studio
Di seguito il ricrodo del giornalista Roberto Pacchetti:
Cara, carissima Dottoressa….Educata, ironica, attenta, precisa, simpatica. Un mito. Mamme, papà, nonne e nonni di tutta Saronno sono sconvolti, e noi con loro. Distrutti da un dolore che consideriamo assurdo, misterioso. Giacomo, che oggi ha 5 anni e mezzo, è cresciuto anche fra le sue braccia. Braccia solide, di mamma che ha allevato 4 figli e ha curato centinaia di bambini (mi dicono 1300 mutuati, se sbaglio chiedo scusa). Mille consigli, poche medicine, quelle indispensabili per guarire. La sua voce, inconfondibile, non si alzava mai. Era sempre disponibile, a qualunque ora del giorno, e della notte. Telefonate, e-mail (le piacevano moltissimo) e ultimamente, un divertente Profilo WhatsApp con il simbolo della Croce Rossa, a simboleggiare un Pronto Intervento h.24. Unica anche in questo. E rispondeva con una puntualità e una precisione davvero sorprendenti, della serie “ Ma come fa a far tutto?”
Ci mancherà, mancherà davvero a tutti la dottoressa Tischer. Una mancanza fisica, come di un parente stretto. Impossibile che il mondo vada avanti senza di lei. Fate un giro sui social network, ve ne accorgerete.
Pensate che una volta, in una delle nostre tante chiacchierate, voleva convincerci a scrivere un libro sulla storia di un ragazzo nordafricano, che era stato in carcere ma aveva cambiato vita. Lei lo seguiva, lo aiutava, gli faceva anche la spesa, e con quattro figli da mantenere non è così scontato. Io le dicevo “Doc, non è facile trovare un editore che pubblichi una storia così…”. Ma lei non demordeva, era tosta, tostissima. Ma anche tanto dolce, dolcissima. Al nostro bambino, che la adorava, ricambiato, diremo che la Dottoressa Tischer è partita per un lungo viaggio, per andare a curare i bambini di un paese molto lontano. Là c’era tanto bisogno di Lei. Una bugia a fin di bene, quella che adesso accetta anche mia moglie Paola, amante ancora più di me della verità. Quella verità che oggi, da genitori, non ci sentiamo ancora di raccontare a nostro figlio che alla velata e poco credibile minaccia di “portarlo dalla Dottoressa Tischer” faceva la faccia di chi non vede l’ora di andare là, nel suo studio, e non solo perché c’erano delle caramelle buonissime.
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