Lombardia, via libera al referendum sull’autonomia

Il Consiglio regionale ha approvato la proposta. A favore la maggioranza di centrodestra e il Movimento 5 Stelle. Contrari Pd e Patto Civico che gridano allo sperpero di soldi pubblici

Passa la proposta di referendum sull’autonomia lombarda ma non si sa ancora quandosi terrà. I cittadini lombardi saranno chiamati ad esprimersi sulla richiesta allo Stato di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia. Il Consiglio regionale ha approvato oggi la proposta di referendum consultivo ai sensi degli articoli 25 e seguenti della legge regionale 34/1983.
Il testo del quesito, condiviso all’interno di un tavolo di lavoro in seno alla Commissione Affari istituzionali e poi approvato dalla stessa lo scorso 4 febbraio, è il seguente:
 

 “Volete voi che la Regione Lombardia, nel quadro dell’unità nazionale, intraprenda le iniziative istituzionali necessarie per richiedere allo Stato l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, con le relative risorse, ai sensi e per gli effetti di cui all’articolo 116, terzo comma della Costituzione?”

 
La proposta doveva raccogliere per Statuto i 2/3 dei consensi dell’Aula: a favore si sono espressi 58 consiglieri (Lega Nord, Lista Maroni, Forza Italia, NCD, Fratelli d’Italia, Pensionati, Gruppo Misto e M5S), contrari 20 (PD, ad eccezione del consigliere Corrado Tomasi che ha votato a favore, e Patto Civico).
Prima della discussione generale è stata respinta dall’Aula (voto contrario di maggioranza e Movimento 5 Stelle) la questione pregiudiziale sollevata da PD e condivisa da Patto civico.
All’inizio della trattazione del progetto di legge, il Presidente Raffaele Cattaneo ha comunicato all’Aula le motivazioni per cui tutte le votazioni riferite a questo provvedimento, compresa la votazione finale, si sarebbero tenute con voto palese.

I COMMENTI
“Noi una firma su un provvedimento che costa trenta milioni di euro e rinvia di due anni la richiesta di maggiore autonomia non ce la mettiamo – ha detto il segretario regionale del Pd Alessandro Alfieri -. Abbiamo tentato in tutti i modi di convincere Maroni ad aprire subito l’interlocuzione con il Governo e di evitare il ricorso a un referendum costoso e inutile. Ora la Lega può sventolare la sua bandierina ideologica a spese dei contribuenti lombardi e il Consiglio regionale della Lombardia è condannato all’irrilevanza in nome della propaganda ”

"Sono molto soddisfatto, era il referendum che volevamo. L’unica strada per ottenere qualcosa da Roma è far scendere in campo il popolo sovrano, dare ai cittadini la possibilità di esprimersi, perché le ‘letterine’, gli emendamenti o le ‘propostine’ di legge non servono a nulla". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni pochi istanti dopo l’approvazione da parte dell’Aula di Palazzo Pirelli.

"Il Patto Civico – spiega Umberto Ambrosoli del Patto Civico – è certamente per l’autonomia. Ma il quesito referendario proposto è vacuo e inadatto a raggiungere gli obiettivi di cui la Lombardia ha bisogno. Riteniamo immorale spendere 30 milioni di euro solo per consentire alla Lega di scaricare sul governo tutte le debolezze, le incoerenze e le mancate realizzazioni della giunta Maroni. E consideriamo grave la posizione del M5S che si è prestato a un baratto, permettendo al centrodestra di raggiungere i 2/3 dell’assemblea necessari all’approvazione e regalando a Maroni una nuova bandiera".

“La concessione da parte dello Stato di maggiore autonomia alla Lombardia non è una richiesta di oggi – spiega il Presidente del Consiglio regionale, Raffaele Cattaneo: grazie ad un lavoro di mediazione e di confronto, in questi mesi siamo passati dalla richiesta un po’ ideologica e generica di indipendenza, alla richiesta più giustificata di un’autonomia speciale per approdare ad un lavoro di merito, utile a individuare funzioni e competenze rispetto alle quali intendiamo chiedere più autonomia nelle forme previste dalla Costituzione all’articolo 116 terzo comma”

«Se l’80% dei lombardi chiederà più autonomia attraverso il referendum, non si sarà più di fronte a un’opinione di Maroni, Cattaneo o Pedrazzini. Si tratterà di un verdetto che arriva direttamente dal popolo. Vox populi, vox dei: impossibile non tenerne conto – così il presidente del Gruppo Forza Italia in Regione Lombardia Claudio Pedrazzini dopo l’approvazione -. Sarà un segnale molto forte che il governo Renzi dovrà per forza ascoltare».

“Quella di oggi è una vittoria del M5S su tutta la linea – dichiara Stefano Buffagni consigliere del Movimento 5 Stelle -. Questo dimostra ancora una volta che non siamo quelli del ‘no’, ma che votiamo nel merito delle idee. In regione stiamo facendo un lavoro serio e concreto per chiamare i cittadini a partecipare alle scelte della politica.

“Il tema in sé del referendum conferma l’attenzione della maggioranza a favore di una ‘questione del Nord’, che ben piantata nel quadro dell’unità nazionale – ha detto il Coordinatore NCD Alessandro Colucci -, richiede risposte concrete con forme e condizioni particolari di autonomia che si avvicinano alla nostra idea originale approvata in Aula nel 2007 con il presidente Formigoni, una ridistribuzione delle risorse, misure che lo Stato deve concedere per sostenere i territori lombardi nella ripresa economica e della competitività. In sostanza perché Regione Lombardia torni ad essere la locomotiva di tutto il Paese”.
 
GLI ORDINI DEL GIORNO
Il Consiglio, parallelamente, ha approvato un ordine del giorno in cui vengono esplicitate la materie su cui avviare, in via prioritaria, il confronto con il Governo per sottoscrivere l’intesa ai sensi dell’articolo 116, comma III, della Costituzione. Il testo, illustrato da Mauro Piazza (NCD), entra poi nel dettaglio delle competenze in ambito di tutela dell’ambiente e dell’ecosistema, tutela dei beni culturali, organizzazione della giustizia di pace, organizzazione sanitaria, ordinamento della comunicazione, Protezione civile, previdenza complementare e integrativa, infrastrutture, ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i sistemi produttivi, università, cooperazione transfrontaliera, casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale, enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale. Sulla stessa linea, approvato un analogo documento presentato dal relatore Stefano Bruno Galli (Lista Maroni) che chiede alla Giunta di predisporre un dettagliato atto di indirizzo contenente le indicazioni relative alle particolari sfere di autonomia che si intendono contrattare con lo Stato centrale.
 
L’Aula ha approvato, poi, un ordine del giorno del Movimento 5 Stelle (a firma Dario Violi e Stefano Buffagni) in cui si chiede alla Giunta di “somministrare il referendum consultivo avvalendosi delle modalità elettroniche di voto offerte dal progetto di legge 226”. Respinto l’ordine del giorno del PD (illustrato da Enrico Brambilla) che, criticando la spesa di 30 milioni prevista per il referendum, chiedeva di dare mandato alla Commissione Affari istituzionali di elaborare una risoluzione sulle ulteriori forme di autonomia.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 17 Febbraio 2015
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