Il parco nascosto sulla collina, rinato grazie ai profughi

Il gruppo di migranti arrivati dall'Africa nel 2014 ha contribuito a risistemare il giardino comunale di Villa Calderara: anche l'edificio sarà recuperato, in estate i primi eventi

profughi gallarate

I richiedenti asilo sono arrivati dall’Africa, hanno vissuto insieme nell’edificio comunale affidato a Exodus e adesso lasciano la struttura dopo aver recuperato il bel parco sulla collina, affacciato sulla città. Il giardino di proprietà pubblica si trova sulle prime pendici collinari, tra il quartiere di Cedrate e la vicina Cassano Magnago: la vecchia Villa Calderara è ormai da 4 anni affidata a Fondazione Exodus, che sta progressivamente realizzando il progetto di recupero e riutilizzo degli spazi. Quest’estate sono previsti i primi eventi.

A giorni i 28 richiedenti asilo che vivono a villa Calderara lasceranno Villa Calderara per consentirne il restauro dell’edificio, si trasferiranno in tre strutture più piccole, tra Cajello e Cedrate. Giunti nel rione di Cedrate circa un anno fa,
quando i profughi della prima ora (arrivati durante la guerra in Libia)  avevano da tempo lasciato Gallarate, gli asilanti della “seconda emergenza” non sono rimasti con le mani in mano. Iscrittisi al Registro del Volontariato, dopo un sopralluogo dell’agronomo comunale e sotto la guida di referenti Exodus con formazione specifica, hanno provveduto alla manutenzione del parco e del pendio che costeggia la villa. Hanno svolto un impegnativo lavoro per eliminare sterpaglie disordinate, rifugio ideale per presenze animali non sempre gradite, e alberi malati o comunque instabili che in qualche caso minacciavano di cadere su proprietà confinanti.

Hanno completamente liberato dalla vegetazione infestante anche il sentiero acciottolato che da sotto la collina (via Dembowski) risale attraverso un boschetto, un angolo piacevole con tanto di “portale” d’ingresso alla villa in stile neogotico. «Era una giungla, l’hanno resta attraversabile» spiega un vicino di casa, che coltiva il suo orto al confine con il parco della villa. Non sempre – in passato – le relazioni con il piccolo quartiere sulla collina (una trentina di famiglie in tutto) è stato idilliaco, c’erano state proteste e timori, ai tempi della comparsa dei primi profughi nell’estate 2011. «Risistemando il parco abbiamo sistemato i rapporti anche con i vicini, perché si sono accorti che la loro presenza non crea problemi, ma anzi ha aiutato a riqualificare la zona» aggiunge Roberto Sartori, di Exodus.

La pulizia, però, non è conclusa. I richiedenti asilo continueranno a seguire i corsi di italiano cui già partecipano 3 volte alla settimana ma anche a presentarsi in via Montecassino, dove occorre assicurare la manutenzione ordinaria del parco e portare a termine i lavori su alberi e ceppi. I 28 asilanti (2 donne) affidati a Exodus provengono da Afghanistan, Nigeria, Senegal, Gambia, Mali, Somalia, Guinea Bissau e Bangladesh: la gestione di Exodus è molto attenta, intorno alla villa e agli altri due appartamenti usati per l’accoglienza operano ogni giorno lavoratori “storici” come Saro, Stefano, Elio, ma anche ragazzi stranieri come Mohammed, Saana e Alì Bashir (giovane del Ciad che era arrivato nel 2007 a Lampedusa e che oggi lavora con la Fondazione). tra i volontari c’è anche l’ex assessore (della giunta Mucci, leghista) Roberto Bongini, che porta alcuni ragazzi a imparare i rudimenti del rugby, che ha praticato da giovane.

Il 7 aprile iniziano i lavori Villa Calderara, gestita appunto da Exodus, che ne farà un centro di attività sociali. «Un progetto molto bello, che don Mazzi definisce “l’oratorio del terzo millennio”» spiega l’assessora ai servizi sociali Margherita Silvestrini.  «Un punto di iferimento per adolescenti e famiglie, attività sociali, culturali, anche di accompagnamento dove esistono piccole fragilità. Ma sarà anche un luogo da restituire alla comunità, perché Exodus la condividerà con iniziative a favore di tutti i cittadini». A fine giugno ci sarà il primo evento nel parco, con uno spettacolo all’aperto sulla violenza contro le donne.

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Pubblicato il 27 Marzo 2015
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