La riorganizzazione di Agesp farà risparmiare 900.000 euro. Forse
Approvato il piano di riorganizzazione dei servizi nella ex municipalizzata che secondo la giunta genererà sostanziosi risparmi. Ma il Presidente del Consiglio Comunale Diego Cornacchia contesta i dati: "Nessuna certezza, questo è un atto di fede"
900.000 euro. A tanto ammonterebbe il guadagno del Comune dalla riorganizzazione dei settori che oggi fanno capo ad Agesp. «Abbiamo fatto un’analisi minuziosa di ogni singolo costo» spiega l’assessore Paola Reguzzoni in Consiglio Comunale annunciando che «continuando con la gestione in house avremo non solo tariffe vantaggiose ma potremo effettuare un taglio del 10% rispetto al 2014». Tradotto: un risparmio di 600.000 euro. A questi si dovranno poi aggiungere 300.000 euro che «sono il nuovo canone introdotto per la prima volta per i parcheggi gestiti da Agesp». Totale: 900.000 euro a disposizione dell’amministrazione.
Ma la contestazione più dura al piano nasce in seno alla stessa maggioranza. «Questo risparmio non esiste aprioristicamente -tuona il Presidente del Consiglio Comunale, Diego Cornacchia- e ad oggi non c’è la garanzia che nessuno di questi servizi venga reso in modo efficiente, efficace ed economico». E c’è di più. «Com’è possibile che la giunta abbia licenziato questa relazione in 24 ore» si chiede Cornacchia, bollando così quello chiesto all’assise civica come «un totale atto di fede». Carte alla mano il Presidente cita la “più dettagliata e articolata relazione” che chiude quasi tutti i pareri dei dirigenti di Palazzo Gilardoni accusando così la giunta di averli «portati forzatamente» a dare il via libera al piano.
Osservazioni che le opposizioni fanno proprie in toto e alle quali è il sindaco Gigi Farioli a rispondere. «E’ bastato un giorno per pubblicare i documenti -spiega- perchè abbiamo iniziato il progetto di revisione chiedendo almeno una volta al mese un incontro per vagliare questo» e quindi la delibera arriva in giunta «dopo 2 anni e mezzo di lavoro». Precisazioni che non convincono le minoranze che hanno nuovamente contestato la «mancanza di dialogo e di margini di discussione» ma alla fine il testo è stato approvato. Con i soli voti della maggioranza.
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