Regioni, 5 a 2 per il centrosinistra
Secondo le prime previsioni il Pd vince in Puglia, Toscana, Marche e forse in Campania. In Liguria e Umbria è testa a testa. In Veneto è in testa Zaia e la Lega
Il Pd e il centrosinistra fanno 5 a 2 alle regionali, ma accadono almeno due fatti rilevanti: in Liguria vince Giovanni Toti e viene sconfitta Raffaella Paita anche a causa dei voti sottratti dal candidato di Cofferati e Civati, Luca Pastorino. In Umbria Catiuscia Marini vince ma davvero di poco. La Lega Nord è determinante in Liguria, nel nord tiene bene e surclassa Forza Italia, nel centro avanza ma non è determinante, al sud non esiste.
Ore 7 di mattina
In Liguria Giovanni Toti (centrodestra) è al 34%, Raffaella Paita (centrodestra) è al 27%, Alice Salvatore (M5s) al 24%.
In Campania Vincenzo De Luca (centrosinistra) è a 40%, Stefano Caldoro (centrodestra) è al 38%, Valeria Ciarambino (M5s) è al 18%.
In Umbria Catiuscia Marini (centrosinistra) è al 43%, Claudio Ricci (centrodestra) è al 38%, Andrea Liberati (M5s) è al 14% .
In Veneto Luca Zaia (centrodestra) è al 50%, Alessandra Moretti (centrosinistra) è al 22%, Flavio Tosi (11%).
In Puglia Michele Emiliano (centrosinistra) è al 47%, Antonella Laricchia (M5s) è al 18%, Francesco Schittulli (centrodestra Fitto) è al 18%.
In Toscana Enrico Rossi (centrosinistra), Claudio Borghi (Lega + altri) è al 20%, Giacomo Giannarelli (M5s) è al 15%.
Nelle Marche Luca Ceriscioli (centrosinistra) è al 41%, Gianni Maggi (M5s) è al 21%, Francesco Acquaroli (Lega + altri) è al 19%.
Il Pd va bene ma fallisce il 6 a 1, obiettivo di partenza. In Campania la sfida è al rush finale ma De Luca vince sconfiggendo davvero tutti, avversari esterni, interni, grande stampa e televisione che lo hanno presentato sostanzialmente come un pregiudicato. In Liguria la Paita che aveva vinto le primarie del Pd perde anche per effetto del 9% conseguito da Luca Pastorino. La sinistra di Cofferati e Civati riesce nell’obiettivo di far perdere il Pd. Nel centrosud il Pd fa il pieno, ma intanto il Movimento 5 Stelle è primo partito in 3 regioni e la Lega è leader del centrodestra.
Nello specifico.
La vendetta di Cofferati
In Liguria c’è stata una piccola rivoluzione. Vota solo il 50% contro il 60% del 2010. Il Pd è il primo partito con il 25% ma non aggrega e soprattutto si trova alla sua sinistra il 9% ostile di Pastorino. Sul risultato di Toti incide il 20% della Lega, partito che sarà “kingmaker” della giunta, mentre Forza Italia vale solo il 12%. Paita era la candidata delle primarie; Cofferati le ha perse accusando il partito di non averle annullate dopo il sospetto di brogli. Paita era anche la candidata dell’ex governatore Burlando. Due alluvioni in pochi anni potrebbero aver pesato.
Zaia stravince
Anche in Veneto crolla l’affluenza, dal 66% del 2010 al 57% di oggi, ma comunque più alta della media nazionale. La vittoria è tutta del personaggio Luca Zaia, il primo partito è infatti la lista che porta il suo nome con il 24%, la Lega ha il 17% (male rispetto alla Liguria, ma comunque determinante) e Forza Italia scende al minimo storico del 5%. Disastroso il risultato della Moretti ferma al 22% nonostante sia un personaggio molto popolare (in tv) e sia stata in passato vicesindaco a Vicenza. Flavio Tosi è fermo all’11% ma è un risultato tutto personale (le liste non vanno oltre le briciole) e prende gli stessi voti del M5s.
Rossi e il Pd fortissismi ma con astensione forte
In Toscana l’affluenza scende al 48%, rispetto al 60% del 2010. Il Pd ha il 46%. Rossi aveva un candidato alla sua sinistra che ha preso un irrilevante 6%. Il centrodestra andava separato. Il candidato leghista Borghi, appoggiato anche da Fratelli d’Italia è arrivato al 20% (con la Lega al 16%) ma il candidato Mugnani è al 9% con Forza Italia all’8% (lo appoggiava anche una finta Lega, la Lega Toscana, che non ha preso nemmeno l’uno per cento).
Catiuscia e il Pd tengono ma rischiano
Nell’Umbria la presidente uscente vince 42 a 39, ma lo sfidante Ricci ottiene un ottimo risultato personale poco sostenuto dai partiti. La Lega infatti sale al 16% e Forza Italia è all’8%, mentre per la Marini pesa il solido 35% del Pd.
Marche solida vittoria del Pd
Vince bene l’ex sindaco di Pesaro Ceriscioli, con il 41% e il Pd che lo sostiene è al 35%. Il centrodestra perde anche con il M5s, la Lega sale ma solo al 13%, inutile per vincere.
De Luca contro tutti
L’ex sindaco di Salerno vince con il 40%, il Pd ha un risultato robusto e prende il 19%. De Luca, se si tiene contro del risultato della lista che porta il suo nome (4%), prende anche più voti dei partiti che lo sostengono. Tuttavia pesa molto il 15% delle liste alleate, anche se l’1,49% della lista degli ex cosentiniani, Campania in rete, non conta quasi nulla e dunque non sono vere le accuse di aver vinto grazie agli amici del politico di Casale di Principe.
Puglia, Emiliano vince, Salvini fallisce l’esperimento
Michele Emiliano vince e porta il Pd al 19%, la sua lista Emiliano sindaco di Puglia al 9%, la Puglia con Rmiliano al 3%, Popolari al 5% e sinistra al 6%. Aggregazione vastissima, a fronte di una destra divisain due dove Fitto e il suo candidato Schittulli (18% il candidato, 9% la lista di Fitto) staccano la candidata ufficiale di Berlusconi (che però è di Fdi) Adriana Poli Bortone (14%). Con la Poli Bortone c’è Forza Italia al 10% e Noi con Salvini al 2%
La Lega in tutta Italia? Cresce al centro, ma sprofonda al sud
La Lega va bene, ma non sfonda al sud. In Campania e Puglia è inesistente. In Veneto è al 17%, dove il trionfo è tutto di Luca Zaia con la sua lista al 24% (nel 2010 era al 35%). In Liguria invece per la Lega è un exploit: passa dal 10 al 20%, fa vincere Toti e diventa il partito determinante per il nuovo governatore. Nel centro Italia il buon risultato non è tuttavia utile. In Umbria la Lega passa dal 4% al 13%, in Toscana dal 6% al 16%. Nelle Marche passa dal 6% al 13%.
Ore 1 di notte
Seggi chiusi nelle 7 regioni italiane dove si è votato per il rinnovo della giunta regionale. I primi risultati arriveranno nella notte.
In serata solo La7 ha scelto di commentare degli exit poll, rivelatisi sostanzialmente inattendibili nelle precedenti elezioni. Secondo la società Emg Acqua, in Liguria sarebbe in testa Giovanni Toti di Forza Italia, seconda Alice Salvatore del M5s, terza Raffaella Paita del Pd. In Campania invece sarebbe in testa Vincenzo De Luca del Pd, secondo Stefano Caldoro del centrodestra e terza Valeria Ciarambino del M5s.
Le proiezioni della Rai, invece, gestite dall’istituto Piepoli dicono altro. In Liguria la Paita sarebbe a 31% e Toti al 32%, dunque un testa a testa tra sinistra e destra. In Campania invece la Rai dà De Luca al 45% e Caldoro al 35%. Quindi, con la Rai la partita in Liguria sarebbe apertissima e quella in Campania a favore della sinistra.
Nelle altre regioni la Rai assegna vittorie schiaccianti a Emiliano (Pd) in Puglia, Rossi (Pd) in Toscana, Zaia (Lega) in Veneto, ma anche un testa a testa in Umbria tra Catiuscia Marini (Pd) governatore uscente e lo sfidante di centrodestra Claudio Ricci.
Cosa tenere d’occhio
Ecco i temi politici che vengono considerati rilevanti e densi di conseguenze per il governo di Matteo Renzi. Il primo tema importante riguarda la dimensione della partita tra Pd, centrodestra e M5s. Vengono considerati, dalle previsioni, ad appannaggio del centrosinistra: Toscana, Marche, Umbria e Puglia. Il Veneto parte con la previsione di vittoria del leghista Zaia, mentre Campania e Liguria sono in bilico. In queste due regione si gioca una doppia partita. Da un lato lo scontro classico tra centrodestra e centrosinistra. Ma anche l’eterna battaglia interna del Pd.
In Campania De Luca, ex sindaco di Salerno, ha vinto le primarie ma è stato contestato e chiamato “impresentabile” dalla sinistra interna e dalla presidente della commissione antimafia Rosi Bindi che, senza condividere la scelta con gli altri membri del parlamento, lo ha inserito nella lista dei candidati che non sono compatibili con il codice di autoregolamentazione anticorruzione del parlamento. Il non detto politico di questa mossa è chiaro: la minoranza interna punta a far perdere De Luca per poter infliggere a Renzi una sconfitta che lo indebolisca, mentre il premier ha accettato il risultato delle primarie e lo ha sostenuto in campagna elettorale.
In Liguria invece i renziani giocano contro un’altra opposizione, quella sponsorizzata da due ex Pd, Pippo Civati e Sergio Cofferati (sconfitto alle controverse primarie), i quali sostengono il candidato Luca Pastorino, esponente più spostato a sinistra. Pastorino non ha possibilità di vincere ma punta a far perdere la Paita. In questo modo Renzi avrebbe un avvertimento politico chiaro: quando eravamo nel partito ci snobbavi, gli dicono Cofferati e Civati, ma ora che siamo fuori e siamo contro di te, senza di noi, non puoi vincere. E chi vincerebbe allora in Liguria? O Toti di Forza Italia o il M5s che in un certo senso a Genova gioca in casa.
Infine, vanno al voto 22 milioni di italiani, quindi alla fine si farà anche il conto dei voti per ogni partito. Secondo gli exit poll fino alle 24, il Pd vincerebbe 5 a 2 le elezioni regionali, ma con un elettore su 2 che non è andato a votare. L’affluenza dovrebbe attestarsi intorno al 50%.
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