Si decide il futuro degli ospedali varesini: quattro le proposte

In vista delle riunioni sulla nuova organizzazione sanitaria, sul piatto ci sono proposte che disegnano con geometrie diverse le future Asst. L'unica certezza è la scomparsa dell'azienda di Gallarate

ospedale busto arsizio

Sono ore febbrili nelle segreterie politiche provinciali. Il dibattito sulla Riforma sanitaria entra nel vivo con riunioni programmate per giungere a definire il testo che andrà in aula il 6 agosto per l’approvazione definitiva. Tra i temi più delicati la futura riorganizzazione ospedaliera territoriale.

L’unica certezza, al momento, è la scomparsa dell’autonoma azienda di Gallarate i cui presidi andranno smistati. Ma a chi e come?

E su questo punto il dibattito si complica. Il presidente della commissione sanità Fabio Rizzi propone di suddividere gli ospedali tra le aziende di Varese e Busto Arsizio in modo che quest’ultima possa assorbire il Sant’Antonio di Gallarate mentre gli altri presidi, Ondoli e  Bellini, confluirebbero con Varese.

Una soluzione che però piace molto poco ai politici varesini che temono un depotenziamento del Circolo – Fondazione Macchi a cui è collegata l’Università dell’Insubria. Ne sono convinti sia l’onorevole Daniele Marantelli sia il segretario regionale del PD Alessandro Alfieri che suggeriscono un accorpamento di tutta l’azienda gallaratese con Varese così da assicurare l’attività didattica e un bacino adeguato alle eccellenze accademiche: « L’obiettivo è sia assicurare continuità didattica all’ateneo sia tenere ben presenti i flussi e le richieste della popolazione – spiega Alessandro Alfieri – Un polo universitario isolato dal territorio avrebbe difficoltà a sopravvivere. Molto meglio ragionare in termini provinciali».

Forza Italia appoggia l’idea avanzata dal presidente lombardo Roberto Maroni di unificare in una sola “azienda dell’Insubria” gli ospedali di Varese e di Como, aggiungendo magari Gallarate, prendendo come comune denominatore la sinergia quasi ventennale che unisce i due territori in funzione universitaria. Da questa realtà rimarrebbero esclusi i piccoli presidi periferici, da Luino a Cittiglio, Angera e Somma, che finirebbero sotto la direzione di Busto Arsizio.

Se l’idea divenisse non praticabile, però,  il segretario cittadino di Forza Italia Roberto Puricelli avanza un’alternativa: « Tutti gli ospedali del territorio provinciale dovrebbero finire sotto un’unica ASST dove l’università avrebbe ampi spazi per far crescere le future professionalità, siano medici, infermieri o ostetriche. Non condividiamo l’idea di un polo autonomo a Varese perché non avrebbe ragione e, soprattutto, futuro. Costruendo un’offerta integrata e coordinata su tutta la provincia, si garantirebbero le eccellenze con i due ospedali di Varese e Busto con funzioni maggiori mentre i piccoli presidi avrebbero vocazioni specifiche. Per esempio, Luino e Angera dovrebbero avere un pronto soccorso adeguato proprio per la loro posizione territoriale. Questa visione permetterebbe di costruire attorno al Del Ponte un vero centro di riferimento materno infantile. Da questa ASST provinciale rimarrebbe fuori solo l’ospedale di Saronno che ha già manifestato la volontà di confluire sotto Milano».

Il futuro della sanità varesina, quindi, è tutto da decidere.

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

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Pubblicato il 22 Luglio 2015
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