“Ora il problema di Expo sono le code”
A dirlo è Piero Galli, direttore generale divisione gestione evento Expo 2015, a margine di una conferenza stampa organizzata dalla ticinese ETC Comunicazione
Quasi arrivati all’ambizioso obiettivo dei 20 milioni di biglietti, appena trascorso un mese di agosto straordinario per presenze, convinti persino i più scettici che poi male male questo Expo non è, la grande fiera internazionale di Rho sembra avere davanti a sè un solo, vero problema: le code.
A dirlo, nel pur efficiente padiglione della Svizzera (l’unico che organizza le visite guidate con un sistema di prenotazione a biglietti, sistema che consente di evitare lunghe attese) a margine di una conferenza stampa organizzata dalla ticinese ETC Comunicazione, è Piero Galli, direttore generale divisione gestione evento expo 2015: cioè colui che si occupa del coordinamento dell’intera macchina organizzativa.
«Domani dovremmo raggiungere 12 milioni e 500mila visitatori – premette – abbiamo avuto i picchi di presenza qualche giorno fa, intorno ai 160mila visitatori. Siamo a 17 milioni e mezzo di biglietti venduti, quindi siamo vicini al traguardo. Un numero che è stato davvero inaspettato non solo per noi ma anche per gli staff dei padiglioni. Non era previsto infatti che si ottenessero numeri del genere ad agosto». E non sono solo i numeri a dire che Expo sta andando bene: «Abbiamo fatto una indagine tra chi era venuto ad Expo, e l’indice di soddisfazione era di 8,4 su 10 punti, il 62 per cento ha detto che tornerà un altra volta e il 75 per cento ha detto che lo consigliera ad amici e parenti». Nel mese di agosto il numero di stranieri che ha visitato il sito espositivo è stato del 40 per cento: «Una percentuale mai avvenuta nelle esposizioni universali – spiega – Noi consideravamo un successo tenerci su una media di stranieri di circa il 30 per cento del totale».
Qual è il problema dunque, ora? «Adesso il problema sono le code – ammette – nei giorni scorsi il tempo di attesa al padiglione Giappone è stato di quattro ore. Io non riesco nemmeno a immaginare una persona che pazienta in coda quattro ore per entrare in un padiglione».
Quella delle possibili code è un argomento affrontato prima ancora di inizio di Expo: «Ma adesso bisogna prendere delle iniziative. Noi abbiamo cominciato aggiungendo un’ora di apertura la mattina, ma il numero di persone che possono essere accolte nei padiglioni è un numero finito. I padiglioni possono ancora fare degli aggiustamenti che permettano l’entrata di un maggior numero di visitatori al giorno, come aprire parte dei percorsi espositivi, o creare percorsi ridotti: ma sono decisioni che i padiglioni devono prendere ora, perché ci aspettiamo che negli ultimi due mesi di Expo, settembre e ottobre, i visitatori giornalieri sono destinati ad aumentare»
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