“Abbracciamo il Daverio : in ricordo di tutte le vittime”
All'uscita di scuola, gli studenti del Daverio Casula hanno fatto una catena umana attorno all'edificio. Una manifestazione di solidarietà ai propri compagni e alla preside
Un abbraccio alla propria scuola. Con gli occhi fissi allo stabile, le spalle alla città, gli studenti dell’istituto Daverio Casula si sono fermati all’uscita dalle lezioni di oggi, sabato 21 novembre, per ribadire il proprio legame alla loro comunità, attaccata nei giorni scorsi in modo violento e immotivato.
Una normale mattinata di scuola trasformata in un allarme terrorista: un piccolo gruppo di studenti di prima, non tutti stranieri e di diverse religioni erano usciti di classe esprimendo dissenso per il minuto di silenzio chiesto dal Ministro dopo la strage di Parigi. Un episodio di dissenso legato alla commemorazione parziale dei tantissimi morti che il terrorismo semina in tutto il mondo. Un atteggiamento diverso come spesso la scuola è abituata ad affrontare in un ambiente di crescita dove si impara dagli errori.
Questa mattina, gli studenti hanno ribadito il proprio diritto a crescere in un ambiente sereno, di discutere e approfondire, di sbagliare e imparare.
Un gesto pensato ieri pomeriggio e che ha raccolto l’adesione degli studenti che hanno abbracciato tutto il lungo, lunghissimo perimetro. Un abbraccio che, però, è sembrato quasi un muro, un fossato nei confronti di quel mondo di adulti che li guarda senza vederli, li racconta senza ascoltarli, li giudica senza conoscerli.
Soddisfatti della piena adesione, i rappresentanti del Consiglio di Istituto Tommaso Bossi, Marco Saporoso, Laura Piazza e Enxhi Kreka che si sono visti sbattuti sulle prime pagine di giornali locali e nazionali, rincorsi da telecamere, fotografati all’uscita dalla classe per una settimana.
All’uscita di scuola si sono fermati ed esposti anche per difendere la dirigente Nicoletta Pizzato, apostrofata dal Sindaco Attilio Fontana ( come ha riportatodal quotidiano Repubblica.it senza riceverne smentita) come malata di mente solo perché ha ribadito il diritto di crescere della sua giovane comunità, commettendo errori e riflettendo. L’errore è uno dei fattori di crescita da cui si impara per migliorare e la scuola è il luogo naturale dove affrontare gli sbagli degli adolescenti.
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Un grande abbraccio a tutti i ragazzi del Daverio…sono con voi!