Più economica e veloce del processo, ma la mediazione non decolla

A due anni dall'entrata in vigore della riforma la Camera di Commercio di Varese ha organizzato un convegno. «I primi ad essere riottosi alla mediazione siamo noi avvocati. Ai clienti va detto che c'è una strada diversa e praticabile»

Camera di Commercio generiche

Il convegno sulla mediazione civile e commerciale, organizzato dalla Camera di Commercio di Varese a due anni dall’entrata in vigore della riforma, è stato come una di quelle giornate in cui il medico dice al paziente che la situazione è grave ma la medicina per guarire esiste, basta prenderla.

La mediazione, cioè il procedimento in cui un terzo (mediatore) aiuta le parti in conflitto a trovare un accordo soddisfacente per entrambe, è infatti un rimedio efficace nelle controversie civili e commerciali, con effetti collaterali positivi sia in termini di costi che di tempi, confermati dai dati presentati da Giacomo Mazzarino, della Camera di Commercio di Varese, e Nicola Giudice, della Camera arbitrale di Milano.

Mediazione quanto mi costi – Il deposito della domanda per dare avvio alla procedura è di 40 euro più iva, stessa cifra deve essere versata dalla persona chiamata ad aderire alla mediazione. Le spese successive sono proporzionali al valore della controversia, fino a 1.000 euro la spesa di ciascuna parte è uguale a 43 euro. Unioncamere ha calcolato che nel 2014, solo sulle controversie dove la mediazione è andata a buon fine, il risparmio è stato di 60 milioni di euro. Notevole è anche il risparmio di tempo perché si tratta di una procedura semplice e informale. Chi sceglie la mediazione impiega in media 42 giorni per risolvere la controversia, contro i 600 giorni che è la durata media di un processo civile.

Mediatore o giudice ordinario? Questo è il problema – I dati presentati al convegno non consentono di evitare una domanda: se la mediazione ha tutti questi vantaggi, perché stenta a decollare come strumento alternativo rispetto al farraginoso, dispendioso e ingolfato processo ordinario? Bisogna dare atto agli avvocati intervenuti, Fabio Bombaglio dell’ordine di Varese e Giorgio Ambrosetti dell’ordine di Busto Arsizio, di aver affrontato la questione senza mettere in campo difese corporative. «I primi ad essere riottosi alla mediazione siamo noi avvocati – ha detto Ambrosetti -. Ai clienti va detto che c’è una strada diversa e praticabile». Il vero problema è dunque il cambio di mentalità e di cultura perché la mediazione ribalta l’intera prospettiva: non è un giudizio e non dà vita a una sentenza. Le parti non subiscono una decisione ma vengono aiutate dal mediatore (che non è un giudice) ad arrivare a una transazione cioè a un accordo, un contratto che regola gli interessi in conflitto. Se come dice Bombaglio «C’è un mondo prima della citazione e un altro mondo dopo la sentenza», lo stesso accade con l’accordo di mediazione.

Troppi assenti – Una delle maggiori criticità è la mancata accettazione della parte chiamata che non si presenta alla mediazione. La percentuale di assenteismo più alta riguarda banche e assicurazioni, «Solo il 3% delle loro controversie arrivano a un accordo» ha precisato Cesare Bulgheroni. Se banchieri e assicuratori preferiscono decidere fuori dalla stanza di mediazione, lo stesso non si può dire dei condomini (27,7%), dei detentori di diritti reali (31,25%), di successione/divisione (39%), di locazione, comodato e affitto di azienda (18,6%).

I mediatori ci sono, usateli – Una cosa che ha funzionato bene dall’entrata in vigore della riforma è stata la formazione dei mediatori da parte degli ordini professionali. «Abbiamo formato 83 mediatori su 540 iscritti – ha detto Roberto Didoné dell’ordine dei dottori commercialisti -. Il numero delle mediazioni però è ancora piuttosto basso, introdotte perlopiù da colleghi che seguono procedure concorsuali».
Il collegio geometri di Varese ne ha formati 120 impegnati per la maggior parte in controversie riguardanti il condominio, diritti reali e successioni. «La mediazione – ha spiegato Fausto alberti – oltre a velocità e risparmio, garantisce massima riservatezza a differenza della causa civile dove tutto è pubblico e svolto in contraddittorio».

Anche il notaio può entrare nella mediazione se è mediatore o quando è chiamato  ad autenticare  e pubblicare nei pubblici registri l’accordo di mediazione. «Noi siamo dei mediatori ante litteram – ha concluso  Maria Nives Iannacone -. Mio padre, magistrato di professione, mi ricordava sempre che se da un atto notarile scaturisce una lite, vuol dire che il notaio ha fallito».

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 03 Novembre 2015
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.