Dal trapianto al ritorno in campo: missione compiuta per Sara Anzanello
L'ex azzurra ora è in forza a Trecate e sabato è tornata ufficialmente sotto rete nel match vinto 3-2 a Orago. «Un'emozione da finale scudetto»

Tornare a giocare a pallavolo dopo un trapianto di fegato e dopo essere stata in bilico tra la vita e la morte non era scontato, ma Sara Anzanello non ha mai mollato e in soli tre anni da quel terribile marzo 2013, è tornata sotto rete nelle fila dell’Agil Volley Trecate, formazione di serie B1 dove gioca anche la terza delle sorelle Bosetti, Chiara.
Sabato 9 gennaio, Sara Anzanello è tornata a macinare punti in una partita di pallavolo e lo ha fatto proprio nella sfida tra Amatori Atletica Orago (la squadra allenata da Franca Bardelli, la mamma di Chiara, Caterina e Lucia Bosetti) e la sua Agil Volley Trecate e terminata per 2-3 (25-20, 25-23, 20-25, 9-25, 13-25) a favore delle piemontesi.
Sara Anzanello aveva calcato per l’ultima volta il taraflex nel marzo del 2013, durante una gara della serie A in Azerbaigian con la maglia dell’Azerrail Baku, prima di essere colpita da una gravissima forma di epatite che l’ha messa in bilico tra la vita e la morte e in seguito alla quale è stata sottoposta a un delicatissimo trapianto di fegato.
Dal giorno dell’operazione è iniziato per Anzanello un lunghissimo periodo di riabilitazione; ora, a 35 anni, l’ex azzurra (ed ex stella della McCarnaghi Villa Cortese) si è rimessa in gioco, grazie anche alla Igor Gorgonzola Novara di patron Leonardi che le ha dato l’opportunità di tornare a indossare le ginocchiere, aggregandola alla propria seconda squadra.
Proprio dall’Agil Trecate (oggi appunto nota con il marchio Igor), Sara aveva iniziato la sua scalata nel mondo del volley, fino a conquistare la maglia azzurra e – con essa – il titolo mondiale nel 2002.
Prima di sabato Anzanello era rimasta in panchina a sostenere le sue giovanissime compagne e invece contro Orago ha fatto il suo ritorno ufficiale, segnando ben 13 punti ed entrando in campo quando la sua squadra era sotto di due set. Il suo ingresso ha portato con sé una carica di entusiasmo che è servita da traino per la rimonta e la vittoria finale.
E al termine della partita gli occhi di Sara erano illuminati dalla felicità: «Ho provato la stessa emozione che ti accompagna quando stai per giocare una finale scudetto. Questa volta, però, le gambe mi tremavano per un esordio in serie B1. Essere riuscita a tornare in campo ha un’importanza senza eguali. Il ghiaccio è stato rotto, ora non mi resta che continuare a lavorare tantissimo. Spero di aver fatto bene il mio dovere, di essere riuscita a dare serenità e tranquillità alle mie compagne. Anche se, verità per verità, a Novara sono arrivata per fare da chioccia a queste giovani ragazze ed invece sono state loro a farmi coraggio nel momento del bisogno».
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