Cinquant’anni di amore per la montagna con il Falchett

Storia dello storico gruppo che conta quasi 200 membri attivi e che ogni anno organizza il tradizionale campeggio per giovani e meno giovani

Falchett

Compie 50 anni lo storico gruppo alpinistico Falchett. Quasi 200 persone che partecipano costantemente a gite e iniziative. La prossima è il tradizionale campeggio, in programma dal 25 luglio a Temù, in Valcamonica, con panorami mozzafiato.

Durante l’anno il gruppo organizza delle uscite per tutti, mentre i più esperti praticano l’escursionismo e l’alpinismo. «Facciamo la castagnata e la serata del campeggio, quest’anno stiamo organizzando anche una mostra fotografica con il tema “la montagna e il campeggio” – raccontano dalla presidenza del gruppo alpinistico -. La sede è aperta sempre il venerdì e durante l’estate anche il martedì. Lo scopo dell’associazione è quello di far conoscere e praticare la montagna».

Proprio il campeggio estivo è una delle forze dell’associazione: «Il campeggio quest’anno è utilizzato durante il mese di luglio dall’oratorio di Masate la prima e l’ultima settimana, mentre le settimane centrali sono per gli oratori di Tradate e Castiglione olona, mentre agosto è utilizzato dai giovani maggiorenni e dalle famiglie. Il gruppo in questo periodo avrebbe bisogno dell’apporto di forze nuove amanti del campeggio e della montagna. Per il montaggio/smontaggio del campeggio godiamo di un buon gruppo di persone che ci aiutano, nel 2015 eravamo in 36, mi auguro che anche quest’anno sia come nel 2015».

Ma come nasce il Falchett? Ecco un po’ di storia raccontata da Luigi Pagani

Dall’associazione raccontano che «Falchett nascono da un gruppo di giovani uniti da un interesse comune: l’amore per la montagna e la pratica degli sport alpinistici vissuti comunitariamente. L’amore per la montagna nasce con don Felice, coadiutore dell’oratorio di Abbiate, che portava i ragazzi alla colonia di Portone dove la preghiera e le escursioni sulle montagne circostanti erano il quotidiano,e spesso le gite erano molto impegnative per l’età dei partecipanti: ricordo comune dei ragazzi di allora, è stato il giro delle Grigne fatto nel 1956. Nel 1957 questi giovani cominciarono la loro avventura; sentono la necessità di organizzarsi in un gruppo con delle regole societarie, si tassano mensilmente per poter acquistare i materiali necessari per praticare l’alpinismo.

I progetti erano grandiosi, ma le possibilità economiche erano minime. L’incontro con don Augusto, sacerdote di Locate Varesino, fondatore del Gruppo “I Cent Pe”, lecchese, legato ai Ragni di Lecco, forte scalatore ed alpinista, è l’anello di congiunzione per le loro aspirazioni. Con lui si effettuano diverse ascensioni anche molto impegnative. Con il suo aiuto, la sua esperienza, le sue amicizie nel mondo alpinistico, tra i quali il grande Riccardo Cassin, riescono ad acquistare i materiali necessari per realizzare i loro sogni. I nuovi aderenti al gruppo dovevano dimostrare ciò che sapevano fare alpinisticamente superando un esame di ammissione che consisteva nel salire la via Segantini in Grigna. Tutto questo viene confermato dal primo registro “ufficiale” dei soci che inizia nel 1961 con un elenco di 8 aderenti, dove sono indicate le quote versate mensilmente da ogni socio.

Il primo statuto viene redatto nel 1962. L’arrivo di don Nicola ad Abbiate, contribuisce a consolidare lo spirito del gruppo facendogli conoscere i suoi ragazzi di Cantù che avevano già maturato una notevole esperienza organizzativa ed alpinistica. Va ricordato che don Nicola ,come don Augusto, era anche lui un buon alpinista; è stato insignito di una onoreficenza all’”Ordine Del Cardo” per aver salvato una cordata in caduta sul Monte Zebrù.

Il gruppo è sempre stato sostenuto, fin dal suo nascere, da don Giuseppe Noli che li ha guidati nella loro crescita morale ed umana, seguendoli nei primi campeggi, meglio dire campi base, dialogando moltissimo con loro. Memorabili sono le notti passate al ronco del—— a chiacchierare fino all’alba dopo un buon piatto di pasta .Il campeggio come entra nella vita del gruppo? I componenti del gruppo volevano fare il maggior numero di ascensioni nel limitato tempo delle ferie estive senza fare continui trasferimenti tra casa e la zona prescelta; si attrezzano di tende canadesi personali, arrivano in zona, montano le tende. Ogni partecipante doveva provvedere al proprio sostentamento. Anche il campeggio è cambiato, da semplice con l’essenziale, oserei dire alla yonathan, dove nel fiume verso la sorgente ci si lavava e verso valle si soddisfafano le esigenza corporali, si è trasformato in una struttura dove sono rispettate le leggi riguardanti la preparazione, la conservazione dei cibi, dei servizi igienici con docce equipaggiate di acqua calda.

La cucina è diventata comunitaria con personale adeguato al lavoro da svolgere, le attrezzature sono diventate tutte in acciaio inossidabile. Si pensi, che per fare campeggio, sono necessarie le autorizzazioni del comune,dell’ASL competente, dei pompieri, approntare il progetto dell’impianto elettrico con le verifiche opportune e preparare il piano di evacuazione in caso di necessità. Da una tenda canadese con stuoie per terra con il sacco a pelo, si è passati ad una a casetta montata su una struttura rialzata con ripiano in legno dormendo su un letto a castello con il materasso mettendo le proprie cose su uno scaffale.

Cosa facciamo? Il campeggio, attualmente, è l’attività predominate; in ottobre facciamo una serata dove si rivedono le avventure dell’estate. Quest’anno il campeggio è stato frequentato da 30 ragazzi di Cadrezzate a fine giugno, circa 200 ragazzi di Tradate, divisi in tre turni nel mese di luglio, mentre in agosto abbiamo avuto una presenza media giornaliera di 45 persone; un grazie a don Guglielmo, che durante la sua attività pastorale presso di noi, è stato capace di presentare il campeggio come possibilità di crescita personale e comunitaria, perché vivere nello spazio limitato della tenda non è facile. Memorabili nella vita del gruppo sono rimasti quelli in Val Formazza, ad Alagna, di Santa Caterina Valfurva, in Val di Rabbi, a Temù, a Pontechianale, ma ogni campeggio è importante per tutto quello che assieme si riesce a fare.

Nel mese di agosto, quando arrivano le famiglie ed i giovani, le escursioni si diversificano in funzione delle capacità alpinistiche dei diversi gruppi. Dobbiamo ricordare che per molti anni diversi soci dei Falchett , che hanno frequentato i corsi di alpinismo del CAI, vi sono poi rimasti come istruttori. Importante è stata la collaborazione del gruppo con i Ragni di Lecco, in Patagonia, nell’ascensione del Cerro Murralon. Perchè lo facciamo? Lo facciamo perché i motivi che ci uniscono sono rimasti identici a quelli dei precursori, le esigenze e le generazioni dei giovani che sono passate sono cambiate, ma i valori no; l’amore per la montagna,il rispetto delle idee e delle persone, mettersi disinteressatamente a disposizione degli altri, saper rinunciare alla vetta quando non ci sono le condizioni di sicurezza. La montagna è sempre li, non scappa, ci aspetta sempre al suo posto, è cosi bello gustare il panorama quando si arriva in vetta, si vede la mano del creatore. Abbiamo festeggiato il 45°, festeggiamo il 50°, festeggeremo il60° e oltre di attività, se i valori che ci uniscono saranno sempre gli stessi. Un grazie sincero a tutti coloro che , in questi anni, ci hanno aiutato nelle nostre attività.

 

Manuel Sgarella
manuel.sgarella@varesenews.it

 

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Pubblicato il 29 Giugno 2016
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