Voti di maturità: la protesta degli studenti padani
Il portavoce del Movimento studentesco padano Angei chiede un processo di regionalizzazione delle competenze scolastiche

Gli studenti sono più bravi al Sud. I voti dell’Esame di Maturità mostrano una netta spaccatura tra i diplomati delle diverse regioni italiane. Il numero più consistente di eccellenze è stato registrato in Puglia, seguita da Campania e Sicilia.
Il dato, però, ha sollevato qualche perplessità, anche alla luce dell’andamento delle prove INVALSI e delle statistiche OCSE Pisa che mostrano una preparazione decisamente migliore tra gli studenti delle regioni settentrionali e centrali.
Al di là delle rilevazioni statistiche, ciò che preoccupa è l’importanza del valore del titolo di studio e delle conseguenze che ne derivano. Anche a livello varesino, si registra una netta presa di posizione del Coordinamento nazionale Movimento studentesco padano il cui portavoce, Stefano Angei, afferma: «Come ogni anno, il divario tra le due realtà scolastiche del paese, si nota sempre di più. Al Nord si premia la Meritocrazia tant’è che i voti dell’esame di stato rispecchiano la realtà, mentre al Sud non si tiene conto di questo criterio ma anzi, si procede per fenomeni di nepotismo esempio lampante ne è la pioggia di lodi che si sono viste attribuite agli studenti delle regioni del Mezzogiorno. Questa è una battaglia storica del nostro Movimento, noi richiediamo un processo di regionalizzazione delle competenze scolastiche così da rendere egemone le possibilità e i meriti finali, con questa proposta non vi sarebbe nemmeno il problema del trasferimento dei professori in altre regioni perché si costituirebbero delle graduatorie regionali, poiché noi pensiamo che ognuno abbia diritto a lavorare nella sua terra e non debba essere obbligato a spostarsi per trovar lavoro. Chissà cosa ne pensa il Ministro Giannini di questo grande divario che non rispecchia la realtà effettiva della situazione e della problematica che sta prendendo sempre più forma in questi giorni dei professori del sud che dovranno trasferirsi al nord».
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