L’opera di Egidio in mostra da Ghiggini

La nuova stagione espositiva della galleria riparte con la mostra dell'artista tradatese

Arte - Mostre

“Time is on my side” è il titolo della mostra che inaugura venerdì 16 settembre presso la Galleria Ghiggini di Varese. L’esposizione è un percorso di opere che permetterà di entrare in contatto con la poetica affrontata più di recente dall’artista; protagonisti saranno una serie di lavori realizzati da Egidio Castelli grazie all’utilizzo di un’originale tecnica a smalto che permette di ottenere una suggestiva trama pittorica caratterizzata da sovrapposizioni segniche cariche di materia e da variegate e vivaci tonalità. Il progetto è altresì motivo per presentare un catalogo edito per l’occasione della mostra in galleria, una ricca raccolta di opere e testi critici che negli anni sono stati dedicati all’opera di Egidio Castelli.

“Nel lavoro iconico di Castelli subito s’avverte, dalla sua densità e dalla sua composizione, che aspetto e carattere essenziale di quella materia è d’essere quasi stratificata, e non solo perché il desiderato risalto dei colori abbia un supporto materiale, ma perché l’ultima pelle documenti – come le stratificazioni geologiche del terreno che interessavano Fontana e Mastroianni – il ritmo dell’aggregarsi e del mutarsi, la storia di sigle e di tracce cosmiche di cui quella materia è come impastata nell’apeiron, nell’indeterminato, nell’informe, e che tende a prolungarsi e vivere nel presente” spiega Floriano De Santi.

Egidio Castelli è nato a Tradate. Il suo interesse per l’arte lo porta a visitare importanti musei,

collezioni, fiere, aste in Italia e all’estero. Castelli è anche un collezionista, un appassionato di antiquariato e così intende questo suo interesse: “Il gusto della collezione non è solo una maniera di controllare, classificare, manipolare il mondo esterno, ma pure di conquistare il proprio mondo interno, quello delle emozioni e dei pensieri, sottintendendo a ciò il processo che conduce all’equivalenza tra sentimenti, idee e cose”. Nel 2004 Castelli entra in contatto con il maestro di

Murano Afro Celotto e insieme iniziano un’intensa collaborazione che lo porterà a realizzare sue opere in vetro soffiato. Nella pittura moderna e contemporanea le sue preferenze sono per l’esperienza creativa di Picasso, Sironi, Pollock, Afro, Tobey e Tancredi. Come artista Castelli è un espressionista astratto che ha traumaticamente bisogno di essere felice con se stesso, ma deve sentirsi tale “naturalmente”, non per forzose autodeterminazioni. Egli pensa “che il compito

dell’artista sia quello di essere il cronista del proprio presente, il testimone del proprio tempo. Il contesto nel quale è inserito, la cultura acquisita, la sua esperienza di vita, il sogno da realizzare saranno quegli stilemi espressivi che gli consentiranno di trovare nuovi modi di rappresentare il suo tempo, il suo mondo poetico”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 16 Settembre 2016
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