“I depuratori non inquinano: per l’Olona servono investimenti e il gestore unico”

I vertici di Prealpi Servizi, la società che gestisce i depuratori sul corso dell'Olona, spiegano cosa impedisce di progredire nel miglioramento della qualità delle acque

prealpi servizi

(nella foto da sinistra a destra: William Malnati presidente di Prealpi Servizi, il consigliere delegato Marcello Pedroni e il direttore generale Antonio Caniello)

Non sono certo i depuratori ad inquinare. Le criticità dell’Olona, come di altri corsi d’acqua della provincia di Varese, sono la scarsità di investimenti per l’ammodernamento degli impianti, il ritardo nella riqualificazione del sistema fognario territoriale e il mancato avvio del gestore unico”. Lo ha detto questa mattina il presidente della Prealpi Servizi William Malnati nel corso di una conferenza stampa.

Dopo le denunce e le polemiche degli ultimi mesi sullo stato di salute del fiume Olona e soprattutto sulla presenza di schiume nelle acque, i vertici della società pubblica varesina che si occupa di gestione delle risorse idriche, hanno voluto fare il punto della situazione per quanto riguarda il loro compito, la gestione  dei depuratori. L’occasione è stata appunto una conferenza stampa indetta preso la sede della società a Varese.

Da oltre 25 anni Prealpi Servizi (già Sogeiva) gestisce i principali depuratori per il trattamento delle acque reflue in provincia di Varese, compresi i sei posti lungo l’asta dell’Olona: “Conosciamo perfettamente il loro funzionamento e le loro criticità – ha spiegato Malnati – Il nostro lavoro ha permesso di svolgere in questi anni un’importante attività di tutela ambientale: bisogna sfatare il “mito” dei depuratori come causa di inquinamento; è l’esatto contrario. Pensate all’enorme quantità di inquinanti che entrerebbero nel fiume senza questi impianti”.

“L’impegno del nostro personale è massimo – ha aggiunto il consigliere delegato Marcello Pedroni – e le criticità alle  quali ha fatto giustamente riferimento il presidente riguardano principalmente l’invecchiamento degli impianti. Si parla, in alcuni casi, di depuratori entrati in funzione negli anni ’80 e progettati addirittura nel decennio precedente”.

Da Cantello e Viggiù a nord, sino a Olgiate Olona a sud, la rete di impianti che raccolgono le acque fognarie civili e industriali dei comuni rivieraschi e limitrofi al corso del fiume è sicuramente ampia ed è stata progettata per servire complessivamente più di 430.000 abitanti equivalenti.

Ogni giorno vengono trattati circa 90.000 metri cubi di acque reflue estraendo quasi 15 tonnellate al giorno di fanghi disidratati, risultato ultimo dei processi depurativi.

“Alcuni impianti – prosegue Malnati – come quello di Varese Pravaccio, ad esempio, richiederebbero ingenti investimenti per l’adeguamento, interventi significativi che non spettano però a noi, che siamo solo i gestori. Si tratta di lavori per milioni di euro, in gran parte già contenuti e previsti nel Piano d’Ambito elaborato dall’ATO”.

Proprietari di quasi tutti depuratori gestiti da Prealpi Servizi sono le Società di Tutela di fiumi e laghi. Le stesse Società sono anche socie di Prealpi Servizi, insieme alle tre ex municipalizzate di Varese, Busto Arsizio e Gallarate e ai comuni di Tradate e Gerenzano, per i quali la società gestisce gli acquedotti comunali.

“Garantire il rispetto dei parametri di legge per le acque depurate – spiega ancora Pedroni – salvo qualche raro caso di superamento dei limiti di inquinati per quantità comunque minime, è un compito non facile con i mezzi dei quali disponiamo. Occorre davvero effettuare gli ammodernamenti necessari che si aspettano da troppo tempo. Probabilmente negli ultimi anni è venuta meno un po’ la capacità o la volontà di collaborare in maniera costruttiva tra noi, i proprietari dei depuratori e gli altri enti pubblici coinvolti. Noi siamo pronti a dare tutta la nostra disponibilità per superare i ritardi. Di più non possiamo fare”.

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Pubblicato il 21 Febbraio 2017
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