Ospedale di Cuasso: “Ecco il progetto di rilancio. Regione e Asst 7 Laghi diano risposte”

La Commissione ha presentato ufficialmente la proposta di rilancio e ora chiede risposte alla politica e ai dirigenti dell'azienda socio sanitaria

Una proposta concreta, che risponde ai bisogni del territorio e dei cittadini, praticabile perché individua soluzioni ma anche le risorse e i partner per attuarle. Sono questi i punti di forza del progetto per riqualificare l’Ospedale di Cuasso al Monte che la Commissione Socio-sanitaria della Comunità montana del Piambello ha presentato questa mattina ai cittadini e alla stampa.

“Un progetto che viene da lontano – ha spiegato il presidente della Commissione Giovanni Resteghini, sindaco di Bisuschio – iniziato con una ricognizione sul territorio, perché il problema dell’Ospedale di Cuasso va inserito nel contesto della Comunità montana del Piambello e dei due Piani di zona, Arcisate e Luino, che insistono sul suo ambito territoriale”.

La Commissione, che ha lavorato in sintonia con l’Assemblea dei sindaci della Comunità montana, con il Comitato per la difesa dell’Ospedale di Cuasso ma anche con rappresentanti delle associazioni di volontariato e del sindacato, ha elaborato un progetto che – ha aggiunto Resteghini – propone soluzioni intelligenti, che permettano un uso intensivo e senza sprechi di tutte le risorse scientifiche, sanitarie, architettoniche e ambientali esistenti nel complesso.

Il progetto propone i passi da compiere per arrivare alla riqualificazione dell’immensa struttura, circa 28.800 metri quadri, e della zona boschiva di un milione e 300mila quadri che la circonda.

La proposta, molto articolata,  prevede di arrivare al pieno utilizzo delle varie strutture per servizi sanitari e sociali, con una convivenza, o meglio una sinergia, tra pubblico e privato, per far tornare l’Ospedale un punto di riferimento nella riabilitazione pneumologica e fisiatrica ma anche nel campo della geriatria generale e nei servizi per anziani, ad esempio con un Centro diurno.

L’idea è quella inoltre di fornire servizi ambulatoriali, servizi logistici (ad esempio le cucine) e servizi sanitari sul territorio, stimolando anche la creazione di nuovi posti di lavoro.

Obiettivi che non possono prescindere da una riqualificazioe da uno sviluppo della struttura, sia del corpo centrale che dei tanti edifici che compongono il complesso.

Infine il progetto prevede un ampio capitolo relativo allo sviluppo ambientale della foresta che circonda l’Ospedale di Cuasso, che da costo può diventare una risorsa.

Un lavoro completo, a 360°, che è già stato consegnato sia ai competenti organi regionali sia ai vertici dell’Asst 7 Laghi, ma finora senza risultato: “Qui ci sono idee, proposte, soluzioni – ha detto in conclusione il presidente Resteghini – Aspettiamo un segnale da chi ha il potere decisionale e le risorse”.

“Come territorio ci siamo mossi – ha aggiunto il presidente della Comunità Montana Maurizio Mozzanica – ma è chiaro che senza l’intervento della politica non possiamo fare niente. Da qui, oggi, si alza forte la richiesta di una risposta della politica regionale“.

“Quello dell’Ospedale di Cuasso non è un problema solo di Cuasso – ha detto infine l’assessore ai servizi sociali del Piambello, Maria Sole De Medio – ma è un problema più ampio. Il territorio a nord della provincia di Varese, le cui aspettative sono sempre più disattese, continua ad avere la percezione di risposte sempre più negative ai propri bisogni”.

Il messaggio alla politica è chiaro: è tempo di dare risposte vere, concrete, di decidere se si vuole mantenere in vita la struttura di Cuasso. Il silenzio, la morte per inedia sono la soluzione peggiore, la più costosa e anche la più triste per il territorio.

Mariangela Gerletti
mariangela.gerletti@varesenews.it

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Pubblicato il 05 Giugno 2017
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  1. Avatar
    Scritto da Gian Battista

    Ottimo il lavoro sin qui svolto in sinergia con tutta la politica locale, accomunati nella convinzione di dare risposte concrete ad un territorio che in questi anni ha visto sempre più scadere i propri servizi socio-sanitari.
    scadente le risposte date dalla politica provinciale e regionale. Quello che più preoccupa è lo scollamento evidente tra politica locale ( sindaci e c. montana), attenta ai bisogni dei cittadini, e la politica ai livelli superiori, sorda ai segnali del territorio !

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