Re Umberto I di Savoia ucciso…dal caldo

Secondo voi fa caldo? E allora sentita questa: domenica 29 luglio 1900 la massima a Milano era di 37,5 gradi: il re decise quindi di non indossare sotto la camicia la cotta di maglia antiproiettile. Decisione che gli fu fatale

Avarie

Fa troppo caldo? Mah, questione di percezione. Se poi si vanno a spulciare “le carte” si scopre che ci sono stati anni peggiori di questo. E’ uno dei passatempi preferiti del meteorologo Marcello Mazzoleni cerca di smentire chi fa dell’allarmismo e annuncia ondate di caldo infernale o gelate apocalittiche. 
Sul suo sito meteo sincero  pubblica previsioni meteo e sulla sua pagina facebook qualche curiosità. Come quella di oggi che riportiamo perché, siamo certi, se anche l’avete studiata a scuola non la ricordate più. 

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Centodiciassette anni fa, domenica 29 luglio 1900, si era al culmine della più intensa fase calda mai registrata a Milano da quando si rilevano i dati, con termometro che da venti giorni consecutivi segnava massime oltre i 35 gradi alla stazione meteo di Brera.

Quel giorno, la massima a Milano fu di 37.5°C e in molte località della pianura lombarda, veneta ed emiliana si superarono i quaranta gradi. Alla sera faceva ancora molto caldo, con ben 32 gradi alle ore ventidue e trenta. Proprio a quell’ora, al parco di Monza era in programma una cerimonia di premiazioni di alcune gare sportive, che si sarebbe dovuta tenere nel pomeriggio, ma che venne rinviata per il troppo caldo.

Per il medesimo motivo, Re Umberto I di Savoia, protagonista della cerimonia, quella sera non indossò sotto la camicia la cotta di maglia antiproiettile che era solito utilizzare. E così alcuni colpi di arma da fuoco per mano di Gaetano Bresci, un anarchico arrivato apposta dagli Stati Uniti per attentare al Re, lo ferirono a morte.

Questa la storia e questo il caldo vero e insopportabile, non quello normale estivo attuale spacciato per chissà quale anomalia…

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 29 Luglio 2017
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