Alfredo Rapetti Mogol apre ArtFest

Appuntamento sabato 16 settembre con l’artista e paroliere al Castello di Masnago

Arte - Mostre

Prende il via sabato 16 settembre il ricco calendario di appuntamenti di Art Fest al Castello di Masnago-Varese (Civico Museo di Arte Moderna e Contemporanea). Alle 18.00 incontro con Alfredo Rapetti Mogol paroliere e pittore, coordinato da Erika La Rosa.

Alfredo Rapetti (figlio di Mogol) scrive canzoni e fa il pittore. In questa seconda veste, l’artista, ospite della personale di Claudio Benzoni “Ideoscriptura” in mostra fino al 5 novembre, esporrà le sue opere fino al 24 settembre. L’incontro sarà accompagnato dalle musiche di Ermanno Librasi. Nato a Milano nel 1961, figlio del celebre paroliere Mogol (anch’egli “figlio d’arte”: il padre Mariano Rapetti era stato autore dei testi di Vecchio scarpone e Le colline sono in fiore), diviene noto al pubblico come autore di testi musicali – con lo pseudonimo di Cheope – nel 1983, anno in cui scrive il testo della canzone Il chitarrista interpretata da Ivan Graziani. Da allora le collaborazioni con i fratelli Gianni e Marcella Bella, Raf (Il battito animale, Due), e nel 1994 con Laura Pausini, per la quale ha composto Strani amori (al terzo posto al Festival di Sanremo 1994), Incancellabile e E ritorno da te. Per Fiorella Mannoia nel 2016 scrive Combattente. Ha lavorato tra gli altri anche con Adriano Celentano, Mina, Divo, Carlos Santana, The Corrs e Gilberto Gil.

La sua formazione pittorica inizia negli anni 60 alla scuola del Fumetto di Milano e dal 1966 al 1970 anni con Alessandro Algardi e Mario Arlati.

Utilizzando la tecnica dell’impuntura (incisione tramite puntasecca su diversi generi di supporti, principalmente cemento, acrilico e carta), Rapetti fonde le sue due principali passioni: pittura e scrittura. Ponendo l’accento sul gesto, e quindi sull’atto dello “scrivere a mano”, riesce a dare vita a opere in cui la parola – dipinta – perde il suo significato letterale per acquistarne uno nuovo – e personale – dettato dalla capacità di immedesimazione che ha il fruitore nel momento in cui “legge” l’opera. Nel 1998 collabora con il fotografo Fabrizio Ferri e dal 1999 espone le sue opere in numerose mostre personali e collettive. Le sue sono opere di destrutturazione linguistica, come le definisce lo stesso Rapetti: “In queste mie creazioni mi piace giocare con la lingua, provare a destrutturare e ricomporre le parole”. Un gioco ermetico in cui si fondono due azioni, scrivere e dipingere. “Quando dipingo non cerco l’immediatezza. Voglio stimolare l’attenzione e la sensibilità di chi guarda”.

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Pubblicato il 15 Settembre 2017
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