“Da cinque anni aspetto la telefonata che mi cambi la vita”

Corrado è dializzato: tre volte alla settimana si sottopone alla pulizia del sangue. Vive con la valigia pronta, in attesa che arrivi un rene adatto a lui

dialisi

Corrado è un paziente dializzato. Aspetta un rene nuovo dal 2012. Nel 2014 la malattia genetica di cui soffre gli ha compromesso irrimediabilmente uno dei due reni.

Tre volte alla settimana si reca all’ospedale di Luino per ripulire il suo sangue. Una terapia che non può interrompere, se vuole continuare a vivere. Per tre giorni, trascorre la sua mattina in ospedale, poi torna a casa, cucina per la moglie e i due figli e poi va al lavoro: « Non mi fermo, non posso concedermi un po’ di riposo altrimenti non mi rimetterei più in piedi » commenta Corrado.

È nato con i reni “policistici”, un patologia che ha scoperto per caso nel 1994, in seguito a un incidente: « Il mio medico non riusciva a capire come mai avessi sempre la pressione alta. Poi, da alcuni controlli emerse questa caratteristica. In concreto, però, ho cominciato a risentire della malattia nel 2008 quando il livello di creatina cominciò a crescere eccessivamente».

Il problema sono proprio le cisti che crescono in numero e in dimensioni eccessivi nei suoi reni arrivati a pesare anche quattro chili l’uno: « Da un giorno all’altro mi è cambiata la vita. Oggi dipendo da una macchina. Non posso allontanarmi da Luino per non perdere la seduta di dialisi. Certo, potrei anche concedermi una vacanza ma vorrebbe dire mettere in moto un’organizzazione complessa per trovare l’ospedale di riferimento nel luogo di villeggiatura».

Nel 2012, dunque, venne sottoposto a una serie di esami per verificare la possibilità di sottoporsi a trapianto: « Sono risultato idoneo. Quando sono stato inserito in lista, però, mi è stato chiesto se ero disponibile ad accettare qualsiasi tipo di rene o solo uno da paziente sano. Vista la mia età, avevo 40 anni, non me la sono sentita di rischiare e ho limitato le mie opzioni. Da cinque anni, quindi, vivo in attesa della chiamata, con la valigia pronta per poter rispondere più velocemente. Ma, a oggi, sono ancora in attesa. Mi dicono che è lunga, che è difficile trovare un organo compatibile. Anche altre persone che hanno iniziato questa trafila con me sono nelle mie condizioni. Ma c’è anche chi è già stato chiamato. Anche gente da meno anni in attesa che ha già un rene nuovo. Certo, sono in dialisi, frequento un reparto dove sono tutti gentili e l’ambiente è buono. I medici che gravitano sul reparto sono diversi e capita di ritrovarsi un dottore che prescrivere farmaci diversi. La speranza, però, di ottenere un rene nuovo rimane sempre alta».

Come avviene il sistema dei trapianti lo aveva spiegato il dottor Donato Donati, nefrologo ormai in pensione, che ha dedicato la sua carriera professionale proprio a questa tecnica salvavita: «Per il trapianto al rene, in Italia, esistono tre liste diverse che riguardano tre distinte collocazioni geografiche: c’è il NIT (North Italian Transplant) a cui afferiscono le regioni settentrionali insieme alle Marche ma senza il Piemonte che fa parte dello AIERT ( Associazione Interregionale Trapianti) che raduna i territorio del centro Italia oltre a Puglia e Trentino. Le regioni Meridionali sono riunite sotto l’OCST (Organizzazione Centro Sud Trapiani) . Quando si espiantano i reni  uno viene lasciato a disposizione di un dializzato dell’ospedale stesso mentre l’altro viene offerto all’interno dell’organizzazione. È chiaro che, se l’organo non è compatibile con nessuno dei pazienti in attesa, si offre agli altri centri. Il punto delicato, spesso, è capire le priorità: c’è un algoritmo che fissa le precedenze ma, a volte, capita che occorra anche ragionale sulle possibilità che il trapianto vada a buon fine e, a volte, occorre scegliere a mente fredda. E anche questo aspetto è molto difficile umanamente da affrontare».

di
Pubblicato il 18 Settembre 2017
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.