Il trasporto dei dializzati sarà gestito da Areu
Sarà l'Agenzia dell'Emergenza Urgenza, la stessa delle ambulanze, a trasportare i pazienti che devono sottoporsi a dialisi. Lo ha annunciato l'assessore al Welfare
Il trasporto dei pazienti dializzati nei 113 Centri Dialisi oggi aperti e operativi in Lombardia, farà presto capo interamente ad AREU, l’Agenzia Regionale per l’Emergenza Urgenza. Lo ha annunciato in Commissione Sanità l’Assessore regionale al Welfare, intervenuto su richiesta della stessa Commissione.
Come sottolineato dal Presidente della Commissione Sanità regionale, con questa decisione si procede concretamente nell’attuazione della legge 23 e soprattutto, grazie ad una gestione unica e centrale, verrà privilegiata nell’assegnazione del servizio l’attenzione al rispetto degli elevati standard qualitativi richiesti e necessari, e ci sarà un maggiore controllo sui soggetti che saranno ammessi e autorizzati all’erogazione del servizio.
L’Associazione ANED, che da 45 anni affianca i malati di rene, era stata ricevuta in audizione in Commissione Sanità a metà settembre e aveva in tale occasione evidenziato la situazione deglioltre 7.500 pazienti dializzati della Lombardia.
Le principali problematiche emerse riguardano i tempi con i quali i vettori incaricati effettuano il servizio. Dopo quattro ore di dialisi, vi sono tempi di attesa per partire verso casa generalmente superiori a un’ora. Tantissimi i casi in cui viene superata un’ora e mezza, con mezzi spesso inadeguati e condotti da pensionati privi di qualsiasi professionalità, con modi di guidare assolutamente inadatti per un trasporto sanitario. Non mancano infatti episodi frequenti di incidenti e infortuni di malati durante il tragitto.
ANED aveva presentato in tale occasione il decalogo dei requisiti minimi per un trasporto dignitoso e di qualità, essendo il trasporto indicato come un diritto del malato direttamente dalla normativa nazionale, che stabilisce i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).
Questi i principali punti sottolineati: stabilire la presa in carico del malato da trasportare da parte del servizio pubblico; superare l’attuale sistema di affidamento del servizio basato sul criterio del massimo ribasso, contemperando invece qualità e costo; attribuire al medico specialista la scelta del tipo di trasporto più idoneo per il dializzato; indicare per tutti i mezzi la dotazione minima per un trasporto dignitoso e umano, con non più di tre autotrasportati per vettura; prevedere standard di viaggio che non superino la mezz’ora per il ritorno a casa dopo la dialisi; prevedere controlli appropriati, con l’istituzione di una centrale operativa di monitoraggio; coinvolgere le associazioni dei pazienti nei percorsi organizzativi; favorire i pazienti in grado di autotrasportarsi direttamente o con propri familiari, considerando in questo ultimo caso il problema del doppio viaggio, oggi escluso dal rimborso; ripristinare nella città di Milano e ovunque possibile la possibilità di utilizzo del taxi.
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