Quando con internet apri un bar: Marco Nizzardo e il potere della (sua) rete social
Come internet e il digitale stanno cambiando la nostra vita? Anche Marco Nizzardo ha provato a rispondere a questa domanda raccontandoci della sua esperienza in un Paese «un po’ più freddo dell’Italia ma che dà molte opportunità»
Volato in Inghilterra ben sette anni fa, oggi Marco Nizzardo vive con la famiglia a Hebden Bridge, un piccolo e pittoresco paesino nel West Yorkshire dove nel 2010 ha aperto un bar.
E proprio qui sono entrati in gioco internet e il digitale. «Prima sarebbe stato difficile fare quello che abbiamo fatto ossia lanciare una campagna di crowdfuning», racconta Marco. Un crowdfunding ante litteram, fatto ai tempi in cui le piattaforme dedicate alla raccolta fondi non si erano ancora affermate sul web.
Tutto è cominciato con un annuncio su Facebook: Vuoi un pezzo di bar? Chi desidera partecipare ad una cooperativa virtuale ma non troppo è invitato a leggere. Il responso è stato eccezionale: la rete di amici si è attivata – ognuno secondo le proprie possibilità – e nel giro di una settimana Marco è riuscito a raccogliere la cifra necessaria all’acquisto di quello che oggi è il Marco’s Cafè, un locale aperto a chiunque dove ci si può sedere e ordinare anche solo «una tazza di acqua calda».
Appena qualche settimana dopo il lancio della “collettona”, a progetto ormai avviato, Marco ha aggiornato gli amici – rigorosamente via internet – sulla situazione, non mancando di ringraziarli per l’aiuto e l’amicizia dimostrati. Nel corso degli anni Marco Nizzardo e famiglia sono riusciti a ripagare buona parte dei contributi iniziali e anche a restituire il favore ospitando gli amici che li avevano sostenuti. Un bel sogno andato in porto.
Oltre al crowdfunding c’è di più
La tecnologia continua a rivelarsi un prezioso alleato nella vita di tutti i giorni tanto per Marco quanto per i membri della sua famiglia. Alba, sua moglie, si occupa di tutte le pratiche di ordinaria amministrazione inerenti l’attività senza perdere tempo.
«Contatti con il commercialista via email, invio delle buste paga dei ragazzi via WhatsApp. La tecnologia ha accorciato i tempi», afferma.
Riccardo, uno dei figli di Marco, racconta di come riesca a mantenere i contatti con gli amici di infanzia nonostante a separarli ci siano più di millecinquecento chilometri. «Anche se sei emigrato lontano riesci a tenere contatti con gli amici rimasti in Italia. Senza internet fare una chiamata da qui a là è costoso.»
Ma non tutto è affidato al digitale: «Nel rapporto con le persone non serve la tecnologia ma l’umanità», spiega Marco. «Noi cerchiamo di socializzare con le persone, di ingaggiarle nel raccontare cose», continua. E questo i clienti lo apprezzano. Marco e la sua famiglia hanno dato vita a una sorta di “social bar” dove le persone si parlano ancora piuttosto che fissare a testa bassa i loro coloratissimi display ad alta definizione.
Sul sito ufficiale potete trovare tutte le informazioni su DigitaLife, dove saranno anche pubblicati tutti i video che invierete.
Per mandare il vostro filmato, basta seguire le istruzioni in questa semplice scheda:
DIGITALIFE E’ UN PROGETTO ANCHE TUO
È una grande ambizione raccontare il cambiamento con un film. Lo è ancor di più pensare di farlo in modo collettivo, corale, partecipato. DigitaLife sarà infatti un collage di storie che ci racconterete e che ci potrete fare avere con brevi video. Il nostro lavoro è organizzare tutto questo, raccontarlo e poi costruire l’opera grazie alla regia di Francesco Raganato.
Il digitale ha cambiato le nostre vite in profondità. Coglietene attimi, momenti, esperienze. Pensate a ciò che vi piace, vi preoccupa, vi entusiasma, vi spaventa. Anche le piccole cose quotidiane e non per forza i grandi progetti. Ognuno di noi vive, vede, ascolta storie che hanno a che fare con il digitale.
Raccontatelo. È un’azione importante per tutti noi e ci aiuterà a conoscere di più e a riflettere su cosa è successo, succede e succederà.
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