Inaugurata l’Art week milanese
La GAM|Galleria d’Arte Moderna di Milano ospita nelle sue sale al piano terra la mostra “Una Tempesta dal Paradiso"
Dall’11 aprile al 17 giugno la GAM|Galleria d’Arte Moderna di Milano ospita nelle sue sale al piano terra la mostra “Una Tempesta dal Paradiso: Arte Contemporanea del Medio Oriente e Nord Africa”, ottava e ultima tappa del progetto MAP Global Art Initiative, frutto della collaborazione storica tra Museo Solomon R. Guggenheim di New York e UBS a sostegno dell’arte contemporanea e della formazione.
Si apre così, con una mostra d’arte contemporanea di respiro internazionale e di grande attualità per i temi trattati, l’Art Week milanese, che fino a domenica 15 animerà la città con inaugurazioni, aperture straordinarie, visite guidate, iniziative speciali e tante mostre d’arte moderna e contemporanea, aperte nelle diverse sedi espositive della città: da Palazzo Reale alla Fondazione Prada, dal Castello Sforzesco al PAC, dalla Triennale al Museo delle Culture, coinvolgendo fondazioni e gallerie, enti pubblici e privati.
“La Guggenheim UBS MAP Global Art Initiative mette in evidenza i nuovi protagonisti dell’arte contemporanea attivi sia all’interno, sia all’esterno dell’Europa. Lo stesso obiettivo viene condiviso dalla città di Milano, che promuove l’interculturalismo sia nelle arti, sia nella società. Milano costituisce uno snodo ideale per il pensiero creativo e pertanto è la destinazione naturale per un progetto così innovativo”, ha affermato il Sindaco di Milano Giuseppe Sala.
Organizzata da Sara Raza, curatrice della Guggenheim UBS MAP per il Medio Oriente e il Nord Africa, in collaborazione con Paola Zatti (Conservatore Responsabile della Galleria d’Arte Moderna) e Omar Cucciniello (Conservatore della Galleria d’Arte Moderna), “Una Tempesta dal Paradiso” è stata presentata in anteprima al Guggenheim Museum nell’aprile del 2016. La mostra presenta 16 lavori realizzati da 13 artisti e centrati su problematiche critiche legate alla loro (macro)regione – Medio Oriente e Nord Africa – attualmente in rapida evoluzione e al centro di una diaspora di respiro internazionale. I lavori esplorano i temi interconnessi della migrazione, della dislocazione, dell’architettura, della geometria e della storia grazie a un’ampia gamma di mezzi espressivi tra i quali lavori su carta, installazioni, fotografia, scultura e video. Le opere di Lida Abdul, Ali Cherri e Gülsün Karamustafa vengono esposte per la prima volta all’interno del programma MAP.
“La mostra ci spinge a confrontarci con idee stimolanti e con strategie artistiche rigorose, tutte in grado di farci riflettere su una regione vitale del mondo d’oggi – ha dichiarato Richard Armstrong, direttore del Solomon R. Guggenheim Museum and Foundation -. La mostra di Milano, che corona il progetto, celebra la straordinaria influenza esercitata da un gruppo di artisti le cui opere e le cui idee hanno contribuito a dar forma all’arte contemporanea. Facciamo nostro l’auspicio che le stesse opere, le relazioni promosse dal progetto MAP e le idee scaturite in occasione delle numerose mostre continuino ad avere ampia risonanza grazie alla portata senza precedenti del programma MAP. Siamo grati al nostro lungimirante partner UBS e ai colleghi delle istituzioni con cui abbiamo collaborato in tutto il mondo, inclusi gli amici della GAM. Grazie al lavoro sul campo con artisti, professionisti dell’arte e pubblico, possiamo raccontare oggi il contemporaneo in modo più ricco e ampio e rappresentare più fedelmente l’arte del nostro tempo”.
“Il Medio Oriente e il Nord Africa si trovano al centro di mutamenti radicali a livello mondiale – ha dichiarato Fabio Innocenzi, UBS Italy Country Head -. Siamo fieri di aver portato questa mostra alla Galleria d’Arte Moderna e consentito ai nostri clienti, ai collaboratori e al pubblico di sentirsi parte della sfida che l’arte ci offre riguardo i problemi globali e la nostra società. Come UBS diamo sostegno a iniziative culturali – in Italia al fianco della GAM da molti anni – e utilizziamo l’arte contemporanea come strumento per confrontare idee, ispirazioni e opinioni, sperando così di dare un contributo concreto per una maggior ricchezza di vita”.
La mostra
“Una Tempesta dal Paradiso” espone sedici lavori di tredici artisti. Il titolo della mostra è ispirato all’opera di Rokni Haerizadeh che, a sua volta, cita un saggio del filosofo tedesco Walter Benjamin. “Ma una Tempesta Spira dal Paradiso (But a Storm Is Blowing from Paradise, 2010)” di Rokni Haerizadeh consiste in un gruppo di opere su carta basate su immagini acquisite da mezzi di informazione di massa. Sovrapponendo alle fotografie di gruppi di persone strati di gesso, inchiostro e acquerello, l’artista trasforma i suoi soggetti in creature ibride, a metà tra esseri umani e animali, offrendoci una panoramica grottesca sulla decadenza della realtà contemporanea, come enfatizzata dai mass media.
Tra le altre opere che implicitamente mettono in discussione le consuete rappresentazioni del Medio Oriente e del Nord Africa viene esposta anche “Immagini Latenti, Diario di un Fotografo, 177 Giorni di Performance (Latent Images, Diary of a Photographer, 177 Days of Performances, 2015)” di Joana Hadjithomas e Khalil Joreige, un’installazione di 354 libri esposti su 177 mensole di metallo, contenenti le descrizioni di ipotetiche foto scattate durante la guerra civile libanese da un fotografo immaginario, Abdallah Farah, a dimostrazione del sottile confine tra mito e realtà.
Tra le opere che affrontano la tematica urgente della migrazione dei popoli e delle idee troviamo “Crea la Tua Storia con il Materiale Fornito (Create Your Own Story with the Given Material)” di Gülsün Karamustafa (1977) che consiste in una composizione di trenta magliette bianche, taglia bambino, che l’artista ha chiuso ricucendole con del filo nero. L’opera vuole essere una riflessione sul dramma dei bambini che emigrano in Turchia, per i quali il passaggio sicuro nel paese e la successiva libertà di movimento rimangono una questione aperta.
Storie immaginarie e storia vera si intersecano in un video di Lida Abdul intitolato “In Transito (In Transit, 2008)”. In questo lavoro, un gruppo di bambini nelle vicinanze di Kabul gioca all’interno della carcassa di un aereo da guerra sovietico abbattuto, tentando senza successo ma con infinito ottimismo di ripararlo con del cotone e delle corde. Il gruppo di ragazzi diventa un’allegoria dell’impossibilità percepita di ricostruire l’Afghanistan, ma anche dell’idea di Abdul per cui ’qualunque cosa è possibile quando tutto è perduto’.
Uno sguardo ibrido sul passato e sul presente caratterizza “Disarmo 1-10 (Disarm 1-10)” di Ahmed Mater (2013), dieci light box con fotografie che mettono in evidenza un paesaggio urbano soggetto a rapidi cambiamenti strutturali e sociali. Gli scatti sono stati realizzati dall’artista dalla cabina di pilotaggio di un elicottero militare saudita alla ricerca di pellegrini non autorizzati diretti alla Mecca. In “Studi sul Patrimonio #10 (Heritage Studies #10, 2015)” di Iman Issa, il modello in rame di una colonna con una didascalia che recita “Colonna del Gran Colonnato della capitale di nuova fondazione” Samarra reinterpreta un oggetto storico in un contesto più intimo.
L’architettura sembra essere un elemento chiave nell’elaborazione del modernismo nella regione e risulta prevalente in diverse opere, fra cui “Senza Titolo-Ghardaïa, (Untitled-Ghardaïa, 2009)” di Kader Attia. L’opera consiste in un modello in scala fatto di couscous di Ghardaïa, in Algeria, dichiarata patrimonio mondiale dell’UNESCO, i cui edifici tradizionali hanno influenzato il modernista Le Corbusier; anche “Costruzione (Building, 2009)” di Susan Hefuna, attraverso i suoi nove disegni, allude sia a diagrammi cartografici che a schizzi di elementi architettonici come la mashrabiyya, una tradizionale finestra a graticcio; “Corrimano di Banca (Bank Bannister -Banque Bannister, 2010)” di Hassan Khan, è una riproduzione scultorea del corrimano esterno della Banca Misr, la prima banca statale in Egitto. “Studio per un Monumento (Study for a Monument, 2013-16)” di Abbas Akhavan, una serie di calchi in bronzo di piante native del sistema fluviale del Tigri e dell’Eufrate esposte su lenzuola bianche stese sul pavimento, propone invece idee alternative riguardanti la cultura e la diffusione dei monumenti pubblici. Nella serie “Paesaggi Tremanti (Trembling Landscapes, Paysages Tremblants 2014-16)”, Ali Cherri presenta alcune mappe aeree stampate di Algeri, Damasco, Erbil, la Mecca e Teheran, che evidenziano linee di faglia responsabili di terremoti disastrosi e le accosta ad esempi di turbolenze politiche e di sviluppi architettonici. Ergin Çavuşoğlu invita i visitatori a camminare su un disegno anamorfico posto a terra nella sua installazione site specific “Allevamento di Polvere (Dust Breeding, 2011)”. L’opera è infatti basata sul modello di un cementificio che si trova in Turchia. I movimenti dei visitatori vengono ripresi e trasmessi su un monitor che si trova accanto, nel quale essi sembrano essere parte di una scultura tridimensionale.
Secondo la curatrice Sara Raza “’Una Tempesta dal Paradiso’ mette in luce la formazione del presente riconoscendo allo stesso tempo l’influenza attiva esercitata dal passato. Molti degli artisti in mostra mettono in dubbio la capacità delle ‘verità’ oggettive di cogliere in maniera adeguata le realtà sociali del nostro mondo. Nascondendole fra storie immaginarie e creazioni fantastiche, le loro opere veicolano idee che sfidano le opinioni apertamente politicizzate e stereotipate sulla regione e sulla sua storia, idee che potremmo definire ‘contrabbando concettuale’. La mostra considera inoltre l’architettura come strumento per evocare sia la storia coloniale sia le implicazioni della globalizzazione e della gentrificazione. Questa nuova installazione presso la Galleria d’Arte Moderna dialoga con lo specifico valore storico e culturale dell’architettura dell’edificio e pone interrogativi urgenti sull’immigrazione e gli spostamenti delle persone nel mondo, inclusa l’Italia e gran parte dell’Europa”.
Orari
martedì_domenica: ore 9.00_17.30
(ultimo accesso 30 minuti prima dell’orario di chiusura)
lunedì chiuso
Biglietti
Visita alla mostra compresa nel biglietto d’ingresso alla GAM
• biglietto intero: € 5,00
• biglietto ridotto: € 3,00
Ingresso gratuito ogni giorno un’ora prima della chiusura e tutti i martedì dalle ore 14.00
Audioguida
Compresa nel costo del biglietto d’ingresso alla GAM e arricchita dai commenti di Sara Raza e di sei artisti che partecipano alla mostra
Info
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