Invidia, M5s: “Il trattato di libero scambio con il Canada non tutela la Formaggella del Luinese”

Il deputato varesino del Movimento 5 Stelle, difende a spada tratta le critiche del Governo al CETA, il trattato di libero scambio tra UE e Canada

niccolò invidia

Niccolò Invidia, deputato varesino del Movimento 5 Stelle, difende a spada tratta le critiche del Governo al CETA, il trattato di libero scambio tra UE e Canada. Ecco le sue argomentazioni:

“Dire che il trattato di libero scambio tra UE e Canada, denominato CETA, sia nella sua totalità un ottimo accordo per le piccole e medie imprese italiane come esternato dal comunicato di Confartigianato Imprese Varese non è un dato oggettivo. Riconosciamo che il Canada sia un terreno fertile per l’impresa edilizia e che con l’accesso agli appalti pubblici canadesi da parte delle imprese europee, e dunque anche italiane, questo possa sembrare appetibile, ma la realtà è un’altra”.

“La realtà è che il CETA, così come stato è ideato, non premia certamente le piccole medie imprese europee ed italiane, su cui il modello economico italiano poggia il suo spessore, bensì premia le multinazionali. Diciamolo chiaramente: il CETA porta in Italia la forza competitiva di multinazionali canadesi e americane, non viceversa. Le nostre piccole e medie imprese non avranno la forza competitiva per sopravvivere sul mercato. Dati oggettivi sono quelli portati dal freno dell’export del 4% delle esportazioni agroalimentari Made in Italy verso il Canada, e questo certifica il fallimento del CETA, un trattato entrato in vigore senza essere stato ratificato da tutti i Paesi membri”.

“Non di meno, se guardiamo al settore dell’agroalimentare, cavallo di battaglia del Made In Italy nel mondo, vediamo che solo 41 indicazioni geografiche di beni alimentari italiani vengono tutelati nel CETA contro i 296 tutelati in Italia. Nel complesso nazionale rimango fuori grandi nomi come il pomodoro di San Marzano e la maggioranza dei prodotti del Sud Italia, e nello specifico dei prodotti agroalimentari della provincia di Varese non vengono minimamente tutelati prodotti come la Formaggella del Luinese DOP, il Miele Varesino DOP e il Quartirolo Lombardo DOP”.

“Altra bufala colossale è che il CETA mette fine all’Italian Sounding, cioè la pratica di spacciare un prodotto per italiano quando non lo è, pratica che costa all’Italia 950 milioni annui. Infatti nel trattato sono riconosciuti prodotti come il Parmesan Cheese che entra in contrasto con il Parmigiano Reggiano, tant’è che l’associazione reggiana ha registrato un -10% nel primo trimestre del 2018”.

“Non serve aggiungere che il CETA mette a rischio gli standard di produzione europea e di conseguenza ciò che i cittadini consumano. Infatti i nostri livelli di qualità e sanità della produzione alimentare sono ben più alti e certificati di quelli canadesi, basti ricordare il grano al glifosate o l’indiscriminata produzione di OGM. Parliamoci chiaramente, il CETA è un trattato al ribasso, sia in qualità che in produzione. Così com’è stato ratificato non porta benessere alle PMI”.

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Pubblicato il 19 Luglio 2018
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