Legionella, il batterio è nell’aria
I tecnici dell'Ats lo hanno individuato nell'aria emessa dalle torri di raffreddamento di tre grandi aziende della zona
Non dai rubinetti, non nel fiume, ma nell’aria. Il batterio della legionella che ha contagiato oltre 400 persone tra bassa Bresciana e alto Mantovano sarebbe uscito dalle torri di raffreddamento di tre grandi impianti industriali della zona. Così hanno stabilito i tecnici dell’Ats di Brescia che hanno condotto le analisi per capire le origini di questa ondata anomala di casi.
Probabilmente, il batterio si sarebbe riprodotto nei serbatoi dell’acqua delle aziende chiuse nel mese di agosto. Con la riapertura delle attività il batterio sarebbe fuoriuscito e trasportato da vento e temporali. Successivamente, altre torri di raffreddamento potrebbero aver creato un effetto eco, «rilanciando» l’aerosol contagioso.
I risultati hanno indotto i sindaci a firmare ordinanze che impongono la sanificazione degli impianti mentre le analisi delle acque e delle immissioni nell’aria saranno estese anche nei comuni limitrofi.
L’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, ha annunciato che entro l’anno sarà promossa una legge per censire tutte le torri di raffreddamento e imporre una sanificazione ciclica.
Ieri, lunedì 17 settembre, si sono registrati ancora 23 casi. Dall’inizio dell’emergenza sono 405 i contagi e tre persone sono morte. La legionella è stata riscontrata in 42 pazienti ma si teme che, nei prossimi giorni, i numeri potrebbero aumentare. Sono in corso, infatti, esami più mirati su indicazione dell’Istituto superiore di Sanità chre vuole capire il sierotipo esatto di legionella, per tracciare i contorni di un’epidemia «unica al mondo per dimensioni».
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