Auto storiche: “Inquinano poco, ma si potrebbe fare ancora di più”

Non tutte le auto sono “colpite” dalla nuova normativa antinquinamento: a “rimanerne fuori” sono comunque le auto storiche, ora con più di 20 anni di età. Ma in europa il limite è 30 anni, e l'inquinamento di questi veicoli diverrebbe praticamente nullo

Auto storiche ai giardini estensi

Non tutte le auto sono “colpite” dalla nuova normativa antinquinamento: a “rimanerne fuori” sono comunque le auto storiche, che per un ”uso collezionistico” non solo non sono sottoposte a bollo, ma non devono sottostare alle norme sull’argomento. In regione Lombardia in particolare, dove le norme antinquinamento sono state appena irrigidite, sono le auto storiche che hanno più di vent’anni di vita: una regola diversa dal resto d’Europa.

«La nuova normativa antinquinamento in Regione Lombardia conferma l’esenzione dal divieto di circolazione delle auto di interesse storico e per collezionisti, poiché costituiscono una sorta di museo circolante dell’auto e richiedono di essere fatte muovere più volte nel corso dell’anno per tenere la meccanica in corretta efficienza – spiega Giuseppe Redaelli, presidente di Aci Varese – Perché sia applicabile questa deroga la Delibera fa espresso riferimento al possesso di un documento di rilevanza storica redatto secondo le norme del Codice tecnico internazionale della Fédération Internationale des Véhicules Anciens (FIVA) che prevede che l’auto sia meticolosamente manutenuta dal suo proprietario secondo le specifiche originarie, non venga utilizzata per attività commerciali e non sia usata quotidianamente; l’auto, per la normativa internazionale, deve poi avere un’anzianità uguale o maggiore ai 30 anni. Su quest’ultimo requisito la Regione Lombardia ha invece deciso di abbassare l’anzianità a 20 anni».

Tra le auto storiche in Lombardia la maggioranza sono auto con meno di trent’anni, a su questo ACI ha delle idee differenti: «Sull’età dell’auto ACI ha ritenuto di chiedere un allineamento alla disciplina più comune internazionale introducendo specifiche deroghe al limite dei trent’anni in relazione a solo alcuni modelli che possano essere entrati nella storia dell’auto prima del compimento del trentesimo anno; non è infatti da sottovalutare il fatto che in Italia circolavano a fine 2017 3.569.370 autoveicoli ventennali mentre gli ultratrentennali erano 2.443.988, e di questi 1.021.039 hanno oltre i 40 anni. Questi numeri consentono di dire che per la loro vecchiaia le auto in quest’ultimo gruppo non possono che essere realmente utilizzate per più di qualche centinaio di chilometri all’anno, quanto basta per mantenere l’auto in esercizio. Elevando l’età a trenta anni si abbatterebbe di circa il 60% il numero delle auto ‘vecchie’ circolanti e ciò di fronte ad un parco auto che in Italia è tra i più vecchi in Europa, con un’anzianità media che sfiora i dieci anni: il doppio della media Europea».

Una vera auto storica, infatti, ha un impatto molto limitato per ‘inquinamento, soprattutto per il fatto che la stragrande maggioranza di questi veicoli viene usata davvero per pochi chilometri all’anno: «Una recente indagine condotta su un campione di collezionisti europei, dove il limite di anzianità delle auto decorre dopo i 30 anni, ha rilevato che il 57% del campione percorre meno di 1.000 km all’anno, il 14% più di 5.000 Km e l’ 8% più di 20.000Km, solo questi ultimi usano queste auto in maniera più che quotidiana. Valutando l’impatto sul CO2 complessivo le auto storiche dai 20 ai 100 anni di anzianità incidono (secondo un calcolo virtuale sulla base di una stima a 10.000km di percorrenza) per il 12% del CO2 complessivo. Riproporzionandolo, con l’esclusione di molte auto dai 20 ai 30 anni d’età, che sono usate quotidianamente poiché in Lombardia godono di agevolazioni sulla tassa di circolazione e sul premio l’assicurazione ma non sono sottoposte a scrupolosa manutenzione poiché spesso costituiscono mezzo di trasporto e di lavoro e non oggetto di collezionismo, il totale sarebbe già dimezzato e verrebbe ridotto ad un decimo del totale a fronte di una più realistica percorrenza dei mezzi di reale interesse collezionisti valutabile in non più di 1.000 invece dei 10.000km virtuali sopra ricordati; insomma, se le auto in circolazione fossero davvero solo storiche, inteso nel senso “europeo” del termine – conclude Redaelli – il reale apporto di CO2 risulterebbe addirittura ben inferiore all’1% del totale».

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 09 Ottobre 2018
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