È morto il giovane ciclista investito nella notte
Il fatto avvenuto lungo la via Tintoretto. Altri due ciclisti feriti. L’automobilista si è fermato
Il giovane straniero di 28 anni travolto da un’auto questa notte mentre in bicicletta si stava recando al lavoro non ce l’ha fatta.
Si chiamava Mohammad Niaj, nato Bangladesh nel 1990, residente a Gallarate.
La notizia della morte è arrivata nel primo pomeriggio: troppo estese le ferite soprattutto al capo ma anche al torace prodotte con ogni probabilità dallo scontro con un’auto che non ha visto lui e i due connazionali coi quali stava transitando lungo la via Jacopo Tintoretto a Cassano Magnago.
«Non li ho visti» è quanto detto ai carabinieri della compagnia di Busto Arsizio l’automobilista che ha travolto i tre, subito fermatosi per chiedere aiuto attorno alle 4.30.
È stato appurato che i tre, sembra tutti di nazionalità straniera, stessero percorrendo la strada che corre parallela alla A-8 per recarsi al lavoro.
Era buio, e l’automobilista che in quel momento impegnava la carreggiata probabilmente non è riuscito a distinguere le figure: accortosi di averli travolti si è fermato.
I soccorsi sono arrivati con un’ambulanza della Croce Rossa Italiana di Gallarate; in appoggio il 118 ha inviato anche l’automedica con a bordo personale sanitario.
Il più grave dei tre ha 21 anni ed è stato trasportato d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale di Legnano ove è arrivato in codice rosso.
Ferite meno profonde per gli altri due. Sulla vicenda indagano i militari della compagnia di Busto Arsizio che hanno operato i rilievi.
I documenti di guida e di circolazione del veicolo sono risultati in regola e tutti i mezzi coinvolti, anche le tre biciclette, sono state poste in sequestro.
Gli accertamenti esperiti nei confronti del conducente dell’autovettura sono risultati tutti negativi (alcol e drug test), la sua posizione sarà rimessa alle valutazioni dell’autorità giudiziaria.
TAG ARTICOLO
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
Alessandro Brachetti su Che fare a Varese e nel Varesotto nel weekend del 13, 14, 15 settembre
Giulio Moroni su Il grande gesto di Filippo Rovelli: si ritira dal campionato per lasciare il titolo a Luca Salvadori
lenny54 su La Finanza di Malpensa sequestra 23 milioni per una maxi evasione sugli orologi di lusso
Viacolvento su In più di 200 alla manifestazione per difendere il bosco di Via Curtatone a Gallarate
Andrea Camurani su “Chiamava ‘finocchio’ nostro figlio piccolo: siamo scappati da quella casa“
FrankLost su A Morazzone arriva la fibra ottica
È sempre più frequente incrociare giovani stranieri di colore che usano la bicicletta per spostarsi nelle strade della nostra Provincia.
Sia singoli, che in due o tre con le rispettive biciclette.
Questo ragazzo di cui parla l’articolo è stato investito ed è morto.
Era buio e l’automobilista non è riuscito a vederlo. Possiamo immaginare la costernazione di costui che ha involontariamente causato un così grave incidente .
Transito abbastanza frequentemente sulla provinciale Besozzo – Gavirate-Varese , circa due settimane fa ho incrociato un piccolo gruppo di ragazzi di colore in bicicletta, era sera, procedevo a velocità moderata , ma non li ho visti.
Erano in tre , le biciclette non avevano fanali accesi e loro erano vestiti di scuro .
Grazie all’illuminazione della strada li ho scorti ed evitati, pur con una certa paura per il pericolo scampato.
Il rischio è enorme per chi viene investito, ma altrettanto grave per chi investe , che si trova a commettere un danno altrettanto enorme , con conseguenze penali , morali , personali incalcolabili.
Evidente la sottovalutazione del rischio da parte dei ragazzi, senza luci , con bici spesso scassate e abbigliamento inadeguato alle minime norme di autoprotezione e sicurezza.
Mi sono fermata in uno spiazzo, ho atteso che arrivasse uno di loro, che stupito si è fermato. Gli ho dato il giubbino di sicurezza giallo che avevo in auto e ci siamo spiegati e capiti in italiano.
Facciamo qualcosa per salvare le loro vite , basta un giubbino.