Nella “casa della piuma”: come nascono piumini e piumoni
La Molina spa è nata nel lontano 1890, la sede storica - ampliata - è ancora uno dei tre poli produttivi. Dove le piume vengono trattate per tanti usi diversi: sono finite fin sul K2
Dove nascono i caldi piumoni e le giacche imbottite delle migliori marche? In una fabbrica di Cairate, nel Varesotto. Inizia qui il viaggio delle piume, in uno stabilimento che ha radici ben piantate fin dal 1890, quando la Molina spa iniziò l’attività.
Allora la fabbrica era in mezzo alla campagna, seppur poco lontano dal campanile della vecchia chiesa parrocchiale. Oggi i capannoni si trovano quasi dentro al centro del paese, tra le case. E fortissimo è anche il legame con il paese di un’azienda con proprietà familiare arrivata alla quinta generazione: «Su quell’impianto ha lavorato anche tuo nonno» dice Agostino Molina, presidente della società, rivolgendosi a uno dei ragazzi delle scuole del paese, in visita allo stabilimento grazie al PmiDay, l’iniziativa dell’Unione Industriali che punta ad avvicinare scuola e impresa.

La fabbrica è in paese dal 1890, è parte della storia del paese e di quella delle famiglie. Nella sede storica – che ha anche un reparto di confezionamento dei piumoni – si scopre il ciclo di lavorazione delle piume: quando arrivano dall’estero (il 70% della produzione mondiale è in Cina) le piume vengono trattate per disinfettarle, lavate e sterilizzate, in modo che rispondano alle esigenze sanitarie. Vengono trattate e selezionate per dimensioni, per i diversi usi. L’intero ciclo prevede il passaggio da un macchinario e l’altro grazie a condotti ad aria aspirata. Rispetto ad altri stabilimenti spiccano i macchinari in legno: una scelta necessaria per evitare che il metallo attragga le piume a causa delle cariche elettrostatiche che si sviluppano con il movimento.
La Molina spa ha oggi tre sedi produttive: quella “iniziale” di Cairate, quella di Bergoro e quella di Torba dove si tratta anche il poliestere. L’azienda fornisce piume lavorate a clienti esterni e ha una sua produzione di piumoni. In 128 anni, la storia dell’azienda è intrecciata con quella italiana e non solo. Un esempio? Uno solo: «Le giacche a vento della spedizione del K2 del 1954 guidata da Ardito Desio» racconta ancora il presidente Agostino Molina. Un pezzo di storia riconosciuto: nel 2018 la giacca Moncler usata allora dall’alpinista Ugo Angelino è stata battuta all’asta da Bolaffi, la stessa Moncler se l’è aggiudicata offrendo 45mila euro.
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