Droni e nuove tecnologie a supporto dei soccorritori
Dalle vedute aeree delle aree colpite da calamità alle informazioni per rintracciare dispersi in zone impervie. A Mareto (Pc) due giornate di formazione e confronto sull'uso di questa tecnologia nelle operazioni di salvataggio

Un weekend dedicato all’approfondimento e allo studio delle potenzialità dell’utilizzo dei droni a supporto delle operazioni di soccorso e salvataggio. È quello che si è concluso domenica 16 dicembre a Mareto di Farini (Pc) in Emilia Romagna e che ha visto la partecipazione di molti operatori (dai volontari della Protezione civile a quelli del Soccorso Alpino e della Croce Rossa) provenienti da tutta Italia e anche dalla Provincia di Varese.
«Sono state due giornate molto interessanti, un evento unico nel suo genere che ha permesso di mettere a confronto partecipanti da tutta Italia con professionalità, pensieri e soprattutto tanta umanità» racconta Nicola Lavella, che da quattordici anni presta servizio nella protezione civile di Angera ed ha partecipato alle due giornate formative. L’iniziativa è stata organizzata da RDN, Rescue Drone Network, associazione senza scopo di lucro, nata per mettere in rete proprio i consigli, le esperienze e le competenze legate all’utilizzo dei droni nelle operazioni di soccorso.
Durante il weekend sono state sperimentate tecniche, effettuati test e simulazioni e messe a confronto svariate competenze al fine di individuare le opportunità che questa tecnologia potrebbe offrire a chi opera per risolvere situazioni di emergenza e criticità. Accanto a piloti di droni professionali e operatori erano presenti anche esperti di ambiti diversi come ingegneri, tecnici, geologi e topografi.
Ad oggi il percorso che riguarda l’utilizzo di queste apparecchiature è ancora in divenire e non esiste una procedura ufficiale che ne regoli l’utilizzo ma quanto emerso in queste due giornate ha confermato alcune notevoli possibilità. Ad esempio: la veduta aerea restituita dai droni può essere utile per supportare le operazioni di ricerca di dispersi in aree impervie o difficilmente accessibili o per monitorare dall’alto le zone colpite da calamità naturali come alluvioni, frane o in caso di terremoti. Inoltre l’utilizzo combinato ad altre tecnologie, come l’illuminazione notturna o le termocamere, può permettere di avere informazioni ancor più dettagliate dell’area su cui intervenire.
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
Paolo Cottini su Passa la Tre Valli Varesine: ecco cosa prevede l'ordinanza sulle scuole di Varese, tra chiusure, bus e cambi d'orario
Bustocco-71 su Arrivano le barriere antirumore in A8, lo svincolo di Gallarate chiude per dieci mesi
Felice su Dopo la sentenza sul Mottarone il racconto delle mamme di Silvia e Alessandro: “Per noi non è giustizia”
Felice su Centomila euro per la sicurezza dei giovani sulle strade: coinvolti nove istituti scolastici del Varesotto
axelzzz85 su Centomila euro per la sicurezza dei giovani sulle strade: coinvolti nove istituti scolastici del Varesotto
axelzzz85 su Centomila euro per la sicurezza dei giovani sulle strade: coinvolti nove istituti scolastici del Varesotto
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.