Minacce in consiglio comunale, arrivano le denunce

Il sindaco Cassani è intenzionato a farla, ma secondo Palazzo Borghi c'è anche l'interruzione di pubblico servizio. La posizione dei singoli contestatori è all'esame della Questura

gallarate generico

Dopo la contestazione in consiglio comunale e le minacce al sindaco di Gallarate, sono all’orizzonte le denunce a carico dei contestatori intervenuti nell’aula.

Primo fronte, quello che ha fatto più discutere, cioè le frasi minacciose rivolte direttamente al sindaco Andrea Cassani. Sono minacce semplici o aggravate? La differenza è che nel primo caso la denuncia è a querela di parte, nel secondo è procedibile d’ufficio. In realtà il problema (almeno da questo punto di vista) non si pone, perché Cassani ha intenzione di procedere comunque: «Ci sono anche dei video, si sentono le frasi» dice oggi.

Secondo aspetto è meno immediato: al centro ci sarebbe l’interruzione del consiglio comunale, durata un paio di minuti prima che si concludesse l’incidente. «Come si vede la Polizia è intervenuta su richiesta perché non smettevano di contestare, sentito il presidente del Consiglio comunale (Donato Lozito, ndr) e il segretario comunale valutiamo la denuncia per interruzione di assemblea pubblica» aggiunge ancora il sindaco.

L’episodio configurerebbe, secondo Palazzo Borghi, l’articolo 340 del codice penale, che sanziona “chiunque, fuori dei casi preveduti da particolari disposizioni di legge , cagiona una interruzione o turba la regolarità di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità” e prevede reclusione fino a un anno o da uno a cinque anni per “i capi, promotori od organizzatori”. Un articolo che è stato già in passato, si fa notare, applicato a interruzioni (che devono essere “non significative”) di consiglio comunale. In questo senso si era mossa anche la sindaca di Lonate Pozzolo, quando Casa Pound aveva interrotto il consiglio comunale lonatese.

Dal canto loro militanti anarchici – alcuni gallaratesi che vengono dall’esperienza conclusa del gruppo Ultimi Mohicani, altri da fuori città – ovviamente hanno difeso anche oggi la loro azione, parlando sul loro blog di «brutalità inaudita e senza senso» fin dall’inizio dell’intervento di Polizia Locale  (chiamati a rimuovere gli striscioni) e denunciando anche di essere stati allontanati dal consiglio.
In consiglio c’era personale del Commissariato di Gallarate, coadiuvato poi anche dalla Digos e da agenti del Reparto Mobile che erano stati “schierati” all’esterno. La Questura ribadisce che l’intervento è stato finalizzato a far proseguire i lavori dell’assemblea (si è poi conclusa dopo le 23.30). I manifestanti identificati sono stati una quindicina, considerati tutti più o meno noti. Non sono state fatte denunce formali nella serata, ma a Varese si sta lavorando per la ricostruzione dell’episodio e per valutare la posizione dei singoli contestatori.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 20 Dicembre 2018
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.