I numeri della violenza sulle donne a Gallarate

I dati dello sportello attivato in città: ll 40% sono italiane, il 60% straniere, di tutte le età. Il Comune lancia una nuova campagna di sensibilizzazione per "riconoscere" la violenza

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Di tutte le età, prevalentemente straniere, quasi sempre con figli. Sono le donne vittime di violenza a Gallarate e immediati dintorni, almeno nei casi emersi e passati dallo sportello aperto – a marzo 2017 – in città.
Il profilo è stato tracciato nel corso della presentazione del nuovo progetto comunale di prevenzione e informazione sulla violenza contro le donne. «Un volantino formativo per le donne in difficoltà, per riconoscere quali sono i tipi di violenza e come rispondere» die l’assessore alla sicurezza Francesca Caruso. «Un aiuto a denunciare ma anche a cercare aiuto al Centro Antiviolenza, come quello aperto l’anno scorso a marzo».

45 gli accessi in un anno e mezzo allo sportello gestito da Eva Onlus: 28 casi riguardano direttamente Gallarate, gli altri si registrano nei dintorni. Donne di tutte le età – dagli 86 ai 18 anni – e di diversa provenienza, visto che 18 sono italiane mentre altre 27 sono straniere. Nella maggioranza dei casi si tratta di donne che decidono autonomamente di cercare una soluzione alla violenza, ma che in altri casi arrivano allo sportello dopo aver già denunciato (9) o dopo esser state avvicinate dai servizi sociali (8). Poi più della metà (24) sono andate avanti con la denuncia, poi sfociata anche in condanne o patteggiamenti.

«In questo senso positiva è la fiducia nelle forze dell’ordine da parte di chi denuncia» commenta il comandante della Polizia Locale Lotito. «Più preoccupante sarebbe stata la mancata interazione». Lo sportello rappresenta appunto per molte donne anche il modo per fare la scelta della denuncia. Per questo «ogni iniziativa è sicuramente positiva anche per le forze dell’ordine» aggiunge il commissario capo della Polizia di Stato Luigi Marsico. Anche dal punto di vista della sicurezza (lo sportello garantisce riservatezza) il capitano dei carabinieri Matteo Russo: «La legislazione è attenta a tutte le violenze, di ogni tipo. E prevede anche soluzioni extrapenali per prevenire i rischi».

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Certo, la fase di approccio rimane importante: «Anche persone culturalmente attrezzate si trovano smarrite di fronte alla violenza» spiega l’assessore all’istruzione e cultura Isabella Peroni.«Per questo si è messa una sintesi per aiutare a riconoscere la violenza: spesso le persone già psicologicamente provate». Sul fronte culturale si passerà anche dalla scuola: «Faremo riferimento agli insegnanti già impegnati, ma anche percorsi nuovi».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Dicembre 2018
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