Il sindaco Antonelli scrive a Gesù Bambino: “Ecco cosa vorrei per la mia Busto”

Il sindaco Emanuele Antonelli ha scritto una lettera a Gesù Bambino con le sue richieste per Natale. Eccola integrale

emanuele antonelli lettera di natale

Giovedì sera, in occasione del Concerto di Natale della Città di Busto Arsizio, il sindaco Emanuele Antonelli ha voluto condividere con i cittadini presenti la “letterina” che in questi giorni ha scritto a Gesù Bambino. Una lettera nella quale il primo cittadino esprime quello che vorrebbe per la città, tra progetti realizzabili e altri meno perchè «come quando ero bambino, quando passavo il Natale con la mia famiglia, tutti insieme, una famiglia felice, come moltissime a Busto, ma purtroppo non tutte».

Questo il testo integrale:

Caro Gesù Bambino,
non ti scrivo da tanti anni, ma quest’ anno non ne ho potuto fare a meno, quindi, se mi permetti, cercherò di non perdere tempo e comincio. Sono il sindaco di Busto Arsizio, presidente della Provincia di Varese e commercialista, responsabilità molto importanti che richiedono un grandissimo impegno. Ce la sto mettendo tutta, con tutta la forza di volontà, la passione, la determinazione, la concretezza che da sempre mi caratterizzano. Ma so che non basta: ho bisogno di una mano, abbiamo bisogno di una mano, io, i miei assessori e i miei consiglieri comunali, ne approfitto per ringraziarli tantissimo per tutto il lavoro che fanno e tutte le arrabbiature che mi fanno prendere, dicevo, abbiamo bisogno anche di più di una mano, per esaudire alcuni desideri, per rendere finalmente concreti alcuni sogni per la mia città e la mia provincia.

Detto questo, avrai capito che l’elenco è molto lungo e che il 25 dicembre vorrei trovare una casa per tutti coloro che l’hanno persa, un lavoro per chi è in difficoltà, o strade perfettamente asfaltate, parchi in ordine, pulizia e arredo urbano, sicurezza per tutti e via dicendo…

Vorrei anche però che i cittadini si rendano conto di quante difficoltà l’Amministrazione affronta ogni giorno, di quanto è complicato passare dal dire al fare, di quanti limiti dobbiamo tenere conto per soddisfare bisogni ed esigenze. Vorrei che tutti coloro che parlano senza sapere di cosa stanno parlando si informino, chiedano come stanno le cose prima di esigere l’impossibile. Vorrei che per un po’ di tempo tutti prendessimo una vacanza dai social, luogo virtuale ma sempre più presente nelle nostre vite in cui si scatenano gli istinti peggiori, protetti dal comodo anonimato della rete.

Vorrei vivere in una società meno indifferente, una società che avverta la responsabilità di prendersi cura degli altri, meno chiusa in se stessa, più empatica, più propensa a costruire che a distruggere, che sappia guardare oltre il proprio orticello e che non scarichi le colpe sempre sugli altri. Una società in cui non si senta in continuazione dire io, io, io ma noi, noi, noi. In cui si ammetta di avere sbagliato quando è il caso. In cui si abbia il coraggio delle proprie azioni e delle proprie decisioni.

So che questi desideri saranno quasi impossibili da realizzare, forse è più facile esaudire quelli dell’elenco che non avrei dovuto scrivere, e che invece mi accingo a condividere con te, e lo farò anche con tutti i cittadini riuniti per il concerto di Natale.
Vorrei una città piena di luce, una città illuminata, ci stiamo lavorando da un anno e forse tra un ricorso e l’altro ci arriviamo, ma toglimi un po’ di burocrazia, con quella i tempi triplicano (qui tutti i dettagli sul progetto, ndr).

Vorrei anche vedere finito l’eterno palaghiaccio, ora palazzo della ginnastica, sì, caro Gesù Bambino, sono stanco che anche mia moglie ogni volta che percorre la strada che dà sul cantiere torna a casa e me lo rinfaccia. Ma anche qui i ricorsi non si fanno mai mancare, oggi le persone non sanno più perdere (qui le ultime news sul progetto, ndr). Vorrei che l’economia si riprendesse, abbiamo tutti bisogno di un po’ di fiducia, abbiamo tutti bisogno del lavoro, ci devi proprio aiutare, troppi l’hanno già perso, vorrei che le associazioni che aiutano l’amministrazione comunale a ridurre in parte i bisogni dei poveri non si stanchino mai, non possiamo permetterci di perdere un aiuto così prezioso fatto con un grande cuore, un cuore d’oro, e tu, caro Gesù, di cuori te ne intendi… A proposito. Ti prometto che in questa città sarai sempre il benvenuto e nessuno si permetterà mai di togliere il tuo nome dalle canzoni natalizie (il riferimento è a quanto accaduto a Gallarate, ndr).

E poi, vorrei anche un ospedale unico che funzioni a meraviglia, un’eccellenza medica per tutti, giovani e soprattutto anziani, per gli acuti e per i cronici, me lo fai trovare sotto l’albero il giorno di Natale, magari all’ospedale vecchio dove andrò a salutare pazienti e tutto il personale, che, in quel giorno, per tutti di festa, lavora? Già che ci siamo, aiuta un po’ le persone a ringraziare tutti quei bravi medici che salvano tante vite, io sento solo lamentele quando qualcosa va storto, ma ti assicuro che sono molti di più i successi.

E magari, stai vicino alle nostre forze dell’ordine che ci servono tanto per vivere un po’ più in sicurezza, sai loro assomigliano un po’ ai tuoi angeli e anche noi li consideriamo i nostri angeli, i nostri angeli custodi. E, se non è troppo, allarga un poco le strade della mia città, così non si arrabbia più nessuno se per garantire la sicurezza delle persone facciamo qualche senso unico in più, e così facendo magari le opere di Open Fiber, che per portare la sua fibra ottica super veloce rovina tutte le strade e non sistema, si vedono meno.

Mi piacerebbe avere anche più ore di sonno: mi spiego meglio, quando vado a letto penso alle opere pubbliche che iniziamo, ma non finiamo mai, che richiedono mille passaggi, ecco io non riesco più a riaddormentarmi, penso a tutti i disagi che creo e non posso farci nulla. Ma qui ci vorrebbe proprio un miracolo!
Scusami, ma ci sono un altro paio di cose che ti volevo chiedere. No, sto chiedendo troppo, facciamo che magari in privato ti chiederò qualcos’altro, sì, perché sai, quando faccio due passi in giro una qualche richiesta me la fanno sempre.
Grazie in anticipo, so che qualche dono non l’avrò, ma sono già contento che tu mi abbia ascoltato”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 14 Dicembre 2018
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